L’immagine di Giulio Regeni non c’è. Ma nei fotogrammi recuperati dalle registrazioni delle telecamere a circuito chiuso nelle 53 stazioni della metropolitana del Cairo ci sono dei «buchi» che riguardano gli orari di interesse investigativo, e cioè lo spazio di tempo tra le 19 e le 21 del 25 gennaio 2016, quando Giulio sali per l’ultima volta su un vagone della linea 2. In quello e in altri frangenti, tra il materiale che a fatica i tecnici di una società russa specializzata sono riusciti a rimettere insieme «non vi sono né video né immagini», comunicano la Procura di Roma e la Procura generale egiziana. «Pertanto — prosegue la nota congiunta dei due uffici diffusa ieri — sono necessarie ulteriori e più approfondite indagini tecniche per accertarne le cause. Investigazioni che il procuratore generale d’Egitto ha effettivamente disposto».