M5S, Pd e Leu danno vita al secondo esecutivo Conte, in una legislatura che comunque va avanti. Termina così la lunga e imprevedibile crisi aperta da Salvini ad agosto. Giuramento stamattina, poi la prima riunione di governo peri 21 ministri (più il sottosegretario alla Presidenza Riccardo Fraccaro). Nella stessa riunione, l’ex premier pd Paolo Gentiloni sarà designato quale candidato italiano al ruolo di commissario europeo. La Camera voterà la fiducia al nuovo governo lunedì, l’indomani toccherà al Senato. E siccome Conte succede a se stesso, nel giorno in cui il calendario liturgico celebra Santa Teresa di Calcutta sarà il sottosegretario uscente Giancarlo Giorgetti a passare la tradizionale campanella nelle mani del suo successore. Età media dell’esecutivo, 47 anni, il più giovane della storia. Nove ministri del Pd, dieci del M5S, uno di Leu, e un tecnico al Viminale, Luciana Lamorgese, che succede a Matteo Salvini. Sottosegretario alla presidenza del Consiglio sarà Fraccaro, al centro di una accesa discussione ieri mattina tra Conte e Di Maio. Il premier gli avrebbe preferito Roberto Chieppa, segretario generale di Palazzo Chigi, ma Di Maio ha alzato un muro, minacciando di far naufragare la discussione. Sul tavolo il delicato gioco di equilibri per la gestione del potere nel nuovo esecutivo ma anche nel futuro del M5S. Nel Pd invece filtra grande soddisfazione: “E’ la squadra più di sinistra degli ultimi quindici anni”, esulta Nicola Zingaretti, quando il premier incaricato Conte sale al Colle per annunciare la squadra di ministri.

Opposizioni. Matteo Salvini parla via Facebook e fa quello che fin qui non aveva fatto, rivolgendosi direttamente a Sergio Mattarella: “Presidente, lei parlava di un governo di lunga durata, di solidi principi e con un programma comune. Non le viene da ridere? Da sorridere? Non era meglio chiamare a votare 60 milioni di italiani anziché 60 mila persone su Rousseau?”. Il leader leghista, con indosso la maglietta delle Fiamme Oro della polizia, prima ammette: «Il Pd è in vantaggio uno a zero sulla Lega e sull’Italia. Ma è come quando l’arbitro fischia un rigore inesistente». Poi, elenca le «persone sbagliate al posto sbagliato», i componenti del governo quasi uno per uno. Obiettivo di Salvini è ora conservare l’ampio consenso popolare delle scorse europee, senza poter utilizzare il ruolo e la visibilità di ministro dell’Interno. Scopo della strategia politica del segretario leghista sarà svuotare Di Maio e compagni nel Sud. E’ lì che i pentastellati ancora reggono e dove la Lega potrebbe subire i maggiori contraccolpi nel tempo. Nel centrodestra si registrano poi i commenti di Forza Italia al Conte Bis: “Parlano solo di poltrone, abbiamo assistito a uno spettacolo penoso, un matrimonio di interessi. Sono tornati i comunisti”, dice Berlusconi. «Nasce senza valori, senza una visione e senza un progetto condiviso di sviluppo del Paese e non potrà durare. Forza Italia voterà convinta e compatta no a questo accrocco», attacca Sestino Giacomoni. Però, allontanando il voto, il Conte bis offre l’opportunità di rimettersi in forze attraverso un’opposizione «seria, netta, senza fare sconti su ogni provvedimento, ma composta», diversa da quella rabbiosa della Lega.

Programma Economico Conte Bis. Il nuovo ministro dell’Economia del governo Conte Bis è Roberto Gualtieri, romano, dasse 1966, professore di Storia contemporanea, eurodeputato da dieci anni e presidente della Commissione Economica di Strasburgo da cinque. Il Conte-Bis vuole crescere e investire senza toccare gli equilibri, proteggendo i conti, comprimendo il secondo peggior debito continentale. Dovrà reperire risorse difficili da trovare in questa stagione di gravi chiaroscuri globali. L’ultima versione del programma di coalizione Pd-Cinque Stelle è una collezione ampia di promesse. Niente aumenti Iva, più soldi in busta paga a lavoratori dipendenti e famiglie, salario minimo, più risorse per scuola, ricerca, sanità, disabili. Si punta a sbloccare risorse attraverso il via libera di Bruxelles a nuove spese in deficit, cosa riuscita solo in parte al Conte-uno. La signora Ursula von der Leyen non ha ancora il suo governo, e non si può scommettere sul buon esito della questione. Ma proprio Roberto Gualtieri, ex presidente della Commissione economia del Parlamento europeo, di quelle complicate regole di bilancio conosce i dettagli più oscuri. Il segreto per raschiare il barile delle regole è tutto li. Il programma del neonato governo giallorosso affronta poinanche il tema dell’autonomia, che deve essere “giusta e cooperativa”, salvaguardando “il principio di coesione nazionale e di solidarietà”;  il piano spiega anche che “occorre procedere con la massima attenzione nella ricognizione ponderata delle materie e delle competenze da trasferire, che “decisivo e centrale sarà il ruolo del Parlamento”, da coinvolgere “anche preventivamente e non solo nella fase legislativa finale di approvazione”. E che per “attuare compiutamente l’articolo 119 della Costituzione” bisogna creare “un fondo di perequazione pergarantire a tutti i cittadini la medesima qualità dei servizi”. Tutti argomenti utilizzati fino a ieri dai Cinque Stelle per i loro «no» all’autonomia in salsa leghista.