“Ci siamo dati delle scadenze. Il tema è che se il 27 maggio queste cose non arrivano Renzi è un buffone”. Così il premier Renzi, parlando a “Porta a porta”, sulle misure annunciate ieri in Cdm, in particolare quelle sulle buste paga. “È un piccolo aiuto – ha detto Renzi – ma è la prima volta che succede. Prenderemo 500 milioni di euro dagli stipendi dei manager. Se sei un dirigente della pubblica amministrazione è giusto che guadagni più del presidente della Repubblica? No e ci sono molti dirigenti che guadagnano di più e la media tra dirigenti italiani e quelli inglesi e tedeschi è sproporzionata”. Quanto alle coperture, Renzi spiega che “le stime sulla spending review sono prudenziali” e che “non chiederemo un contributo sulle pensioni di 2-3 mila euro”. In precedenza, Renzi aveva anche parlato del rapporto con l’Europa, nel cordo di un convegno organizzato alla Camera: “Il governo italiano – ha detto – rispetta tutti gli impegni che ha con l’Europa, ma l’impegno è cambiare per far tornare l’Europa vicina ai cittadini. L’Europa – ha proseguito Renzi – sia un’Europa dei cittadini, delle speranze, non solo dei vincoli. Perché questo accada è necessario che ognuno faccia il suo. L’Italia vuole tenere i conti in ordine non perché ce lo chiede la Ue ma perché ce lo chiedono i nostri figli”.
Renzi ha sottolineato che “non è solo una crisi dell’Europa ma della rappresentanza, delle istituzioni politiche, dei partiti e dei Parlamenti. E’ mancato da parte nostra far sentire ai cittadini di sentirsi parte di un destino comune”. Una replica alla Banca centrale europea, che nel suo Bollettino mensile ha accusato il nostro paese di non aver compiuto “progressi tangibili” per varare misure di risanamento utili ad “assicurare l’osservanza del patto di stabilità e crescita”. Francoforte segnala che “in prospettiva, è importante effettuare i necessari interventi affinché siano soddisfatti i requisiti previsti dal meccanismo preventivo del Patto di stabilità e crescita, soprattutto per quanto riguarda la riconduzione del rapporto debito/Pil su un percorso discendente, come segnalato anche di recente dalla Commissione europea nel contesto dell’esame approfondito sull’Italia”.
Anche la Commissione europea era in precedenza intervenuta sulle misure italiane, per bocca del portavoce del Commissario Olli Rehn, promuovendo gli annunci del premier sulla riduzione “del cuneo fiscale tramite risorse ottenute dalla spending review”. Un apprezzamento che non risparmia comunque il monito da parte di Bruxelles: “Ricordiamo l’impegno dell’Italia a rispettare il Patto di stabilità e di crescita”, che prevede di raggiungere un bilancio strutturale in pareggio nel medio termine, specialmente dato “l’elevato debito pubblico”. Quanto invece alle misure annunciate sul lavoro, sono “appropriate vista l’elevata disoccupazione dei giovani”.