Dopo la sanità, l’economia. Il buon andamento della campagna di vaccinazioni ha riportato in “bianco” il Paese, dopo un inverno e una primavera in rosso. Ma sull’altro fronte, quello dell’Azienda Italia, la strada per uscire dal tunnel non si presenta per nulla facile. Nel 2020 ogni famiglia ha speso in media circa 4800 euro in meno mandando in fumo 126 miliardi di euro di consumi. Un crollo così rilevante non si vedeva dal secondo dopoguerra. Ma l’effetto Covid si è scaricato un po’ su tutti. Con un aumento record della povertà nonostante i 14 miliardi di sostegni che il governo ha distribuito alle famiglie. Soldi che non hanno impedito che altre 334mila famiglie ingrossassero l’esercito degli italiani (oltre due milioni) che non arrivano a fine mese. Insomma, c’è poco da stare tranquilli.
E’ vero che quest’anno il Pil dovrebbe aumentare di quasi 5 punti. Ma si tratterà pur sempre di un rimbalzo, insufficiente a coprire il crollo del 9% di ricchezza nazionale registrato l’anno scorso. Di fronte a questi numeri, pensare che il successo della campagna di vaccinazioni (al netto delle varianti del virus) possa automaticamente traghettarci fuori dalla crisi è solo un’illusione. Così come interrompere di punto in bianco i sostegni all’economia reale decisi durante il periodo più acuto dell’epidemia. Certo, sarebbe un errore pensare a interventi a pioggia. Ma è essenziale, invece, non far mancare il supporto ai settori e alle fasce della popolazione che hanno pagato (e stanno pagando) il prezzo più alto nel corso della grande crisi. Solo facendo ripartire i consumi e garantendo la coesione sociale si può accelerare l’uscita dal tunnel. Fughe in avanti o alternative dettate da facili entusiasmi potrebbero essere ancora più pericolose.