Alessandro Corti
E’ il momento del dolore e dello choc. La tragedia dell’Airbus schiantato sulle Alpi della Provenza porta con sé i volti e le storie dei 150 passeggeri che hanno perso la vita. Ma anche tanti interrogativi e segreti che, probabilmente, la scatola nera del velivolo – già individuata – dovrebbe contribuire a chiarire. L’inchiesta sta muovendo i suoi primi passi. E’ sicuramente presto per emettere verdetti su quello che è successo realmente sul maledetto volo della Germanwings, il vettore low cost di Lufthansa, la compagnia di bandiera tedesca.
Ma c’è qualcosa che non torna in quello che sta succedendo nel mercato del trasporto aereo. C’è qualcosa che solleva più di un dubbio se, come è stato confermato dallo stesso portavoce della Germanwings, sono stati cancellati 30 voli perché i piloti si erano rifiutati di decollare chiedendo maggiori informazioni (e, garanzie). E, poi, c’è un altro dato di cronaca: quello stesso aereo, il giorno prima, era rimasto a terra proprio per riparare un guasto tecnico ai portelloni e ai carrelli. Naturalmente, nessuno può mettere in relazione l’incidente né con i timori dei piloti né con i problemi tecnici risolti nell’aeroporto di Barcellona: c’è un preciso protocollo di sicurezza che le compagnie devono rispettare e c’è da presumere che tutti i controlli siano stati realizzati al millimetro.
Ma davvero è normale un mercato dove negli ultimi anni, complice anche la crisi economica, le compagnie low cost hanno registrato una crescita esponenziale, offrendo viaggi a prezzi stracciati ed estremamente competitivi con qualsiasi altro sistema di trasporto? Negli anni 90, la deregulation introdotta negli Usa da Reagan ebbe un immediato riflesso proprio sulla sicurezza delle compagnie, che cominciarono a ridurre e tagliare i costi anche nella manutenzione. Tanto che ci furono condanne pesanti anche su società blasonate oltre che su quelle low cost. Da allora molte cose sono cambiate, nei cieli globalizzati l’offerta di voli è diventata sempre più ricca e differenziata. La concorrenza, in questo settore, ha davvero avuto un effetto positivo sulle tasche dei viaggiatori. Sono le regole, spietate, del mercato. Ma è anche vero che, quando c’è in gioco la vita dei cittadini, forse un po’ di deregulation in meno e qualche controllo in più, non guastano. Sarebbe sbagliato, in questo momento, accostare la liberalizzazione dei cieli con la tragedia della Germanwings: dovrà essere l’inchiesta a chiarire le cause dell’incidente. L’aereo è sempre il mezzo di trasporto più sicuro, stando alle statistiche. Ma nessuna legge di mercato può essere invocata per ridurre i controlli e garantire la sicurezza. E questo va ribadito non solo perché, oggi, siamo tutti sotto choc.
Fonte l’Arena