Alessandro Corti
L’obiettivo è sicuramente nobile: garantire ai nostri ragazzi il diritto fondamentale di avere un’istruzione adeguata ed efficace. Ma i dubbi su una ripresa immediata della didattica in presenza, prima delle vacanze di Natale, sono altrettanto legittimi. E impongono a tutti, a cominciare dal governo, una riflessione seria per evitare passi falsi e, soprattutto, di sprecare con una mossa azzardata i sacrifici fatti dagli italiani in queste ultime settimane.
L’esempio più eclatante è quello del trasporto pubblico. E’ ovvio che, prima ancora che fra i banchi di scuola, il rischio di nuovi contagi fra gli studenti, nasca sugli autobus o nelle metropolitane, che di buon mattino viaggiano affollate. E’ vero che la norma impone che i mezzi non possano essere riempiti più del 70% della loro capacità. Ma senza controlli e, soprattutto, senza vere alternative per raggiungere le scuole, le regole anti-covid sono state disattese. E lo saranno sicuramente nelle prossime settimane, se dovesse passare la linea della didattica in presenza già dal 9 dicembre. Anche la proposta del ministro delle Infrastrutture, Paola De Micheli, di diluire le lezioni per l’intera settimana, compresa la domenica è per lo meno azzardata. Per non dire impraticabile: occorrerebbe, infatti, dotare le scuole, in fretta e furia, di nuovi docenti e personale non docente costringendo, nello stesso tempo, famiglie e studenti a riorganizzarsi e rivedere ritmi di vita e di lavoro. Insomma, più che risolvere i problemi, rischia di aggravarli. Non a caso, l’idea è stata subito bocciata dai sindacati. Ed ha alimentato solo il fuoco delle inevitabili polemiche fra le forze politiche.
C’è di più. La stessa idea di aprire una settimana prima delle vacanze di Natale per poi chiudere di nuovo gli istituti fino all’Epifania ha scatenato l’ira dei Governatori. Ancora una volta, una decisione che sembra più dettata da una logica “politica” che dal pragmatico “buon senso”. Far tornare nelle classi e sugli autobus gli 8 milioni di studenti solo per una manciata di giorni rischia solo di accelerare l’epidemia proprio in un periodo, nel quale la curva dei contagi registra una decelerazione. Se non un congelamento. Con il pericolo concreto, quindi, di annullare gli effetti positivi della stretta anti-Covid varata dall’esecutivo e di vanificare gli sforzi, anche economicamente rilevanti, fatti da cittadini e imprese in questo difficile periodo. Riaprire le scuole, insomma, è sacrosanto. Ma prima di farlo occorrerebbe una strategia coerente, in grado davvero di conciliare il diritto allo studio con quello, altrettanto importante, della salute.