Così diceva Napoleone Bonaparte stratega di indubbio spessore non solo sui campi di battaglia. Purtroppo il meridione ha un cattivo rapporto con buona parte della stampa ed io aggiungerei anche del cinema, della poesia della prosa e del teatro, sia per colpa dell’ignominia cucitaci ad arte sulle nostre spalle, sia per l’indole dimessa forgiata dagli anni di applicazione della famigerata Legge Pica. Ogni volta che assurgiamo agli onori giornalistici è solo per andare in cronaca nera ovvero ci troviamo da sempre di fronte al plotone d’esecuzione.
Dopo la nascita di giornali meridionalisti come “Il Sud On Line”, ed altri, ed il fiorire di movimenti e gruppi meridionalisti, il modo di rappresentare il Sud ed il modo di approcciarsi ai meridionali è parzialmente cambiato. Ma non basta!
Capita ancora oggi di ascoltare, da organi di informazioni anche nazionali, casi di più arresti nel nord Italia, ma farciti di sottolineatura/e dell’appartenenza geografica meridionale di qualcuno di questi individui; affermazione atta, per stereotipi, a giustificazione della situazione. Ovvero la sola presenza di un meridionale tra gli arrestati rende logico che abbia coinvolto, nella vicenda genti del nord come se lì si non abbia facoltà autonoma nel crimine ovvero che in quelle zone il fenomeno criminale non esista perché più evolute. Di contro se qualche meridionale assurge alle cronache per meriti scientifici, culturali o diversi ancora difficilmente sarà indicato come tale, si procederà ad un oltraggioso silenzio. Ad ulteriore riprova del modus operandi esistente vi chiedo se avete mai avuto per le mani una “Relazione del Primo Presidente della Corte di Cassazione sull’andamento della giustizia” che viene redatta annualmente in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario. Se si, vi sareste accorti che, specialmente negli anni passati, ad esempio in concomitanza delle cosiddette “guerre di mafia” numericamente i morti registrati in quell’anno erano di quantità inferiore ai morti ammazzati in altre città del nord. Con la differenza che un morto ammazzato a Reggio Calabria, a Bari o a Napoli otteneva un’eco mediatica assolutamente superiore di uno ammazzato a Milano o a Udine, ammesso che venisse pubblicato. Va anche detto che questo tipo di giornalismo scandalistico ha così fatto la fortuna di qualche giornalista e di qualche giornale in danno dell’immagine del Meridione e forse sull’altare della lotta alla criminalità organizzata.
Papa Francesco ha detto “Stranamente, non abbiamo mai avuto più informazioni di adesso, ma continuiamo a non sapere che cosa succede.” Ed ha perfettamente ragione anche nel nostro caso specifico!
Infatti nel nostro meridione possiamo trovare: personaggi illustri, esempi di vita, imprese da additare, istituzioni pubbliche efficienti ed altro ma non sono oggetto di articoli stampa! Va detto che il “bene” comunque non fa notizia, non da scandalo e quindi non fa vendere giornali! È però arrivata l’ora, per noi meridionalisti, – e assurgo tali presupposti senza averne titolo, arbitrariamente, anche per i giornali meridionalisti, – di cambiare passo, dobbiamo iniziare a dare spazio alle biografie di personaggi noti meridionali, alle imprese dei nostri territori che meritano e così via dicendo. Abbiamo il dovere di remare verso una corretta idea di Meridione dobbiamo parlare di Noi esaltando ciò che c’è di buono nella nostra terra e tra i nostri paesani. Questo nuovo modo di fare oltre che moralmente servirà a ridurre i luoghi comuni che certe volte soffocano persino il turismo o il progredire delle attività commerciali.
Per fare un esempio prendiamo in esame la nomea del paese di Corleone, premetto di non conoscere quella realtà a causa del fatto che abito lontano da lì, ma posso dire che l’immagine di quel comune è legata, purtroppo in maniera indissolubile in quanto nativi, a Totò Riina e Bernardo Provenzano. ma il cinema con il libro ed film “Il Padrino” ha dato il colpo finale all’immagine di quel paese e dei suoi abitanti.
Sono sicuro che attualmente, ed anche negli anni passati, in quel paese saranno presenti esempi di buona vita o buona amministrazione.
Corleone deve essere additato per altro, e mi piacerebbe vederlo scritto su qualche giornale, pur abitando lontano e pur solamente a mezzo di ricerche tramite internet ho appreso che Corleone è il paese natio di Filippo Latino, oggi San Bernardo da Corleone religioso dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini, ex prima spada di Sicilia. Fu proclamato beato il 15.05.1768 da Papa Clemente XIII ed il 10.06.2001 proclamato Santo da Papa Giovanni Paolo II, da taumaturgo operò miracoli ed ebbe il dono della scrutazione e della profezia.
Inoltre Corleone è poco nota per la fierezza di carattere dei suoi abitanti motivo per il quale fu chiamata “animosa civitas”, perché nel 1282, all’epoca dei famosi Vespri Siciliani, fu la seconda città, dopo Palermo, ad insorgere contro la dominazione di Carlo d’Angiò Re di Napoli.
Ma Corleone non è nota per i suoi abitanti che hanno lottato contro la mafia e che per tale motivo sono stati ammazzati come: Bernardino Verro (sindaco di Corleone e sindacalista voleva l’equa ripartizione del latifondo), Placido Rizzotto, (anch’egli sindacalista e politico), Luciano Nicoletti (militante del Partito Socialista Italiano – corleonese d’adozione), Giovanni Zangara (assessore della giunta Verro), Calogero Comajanni (guardia campestre il quale arrestò Luciano Liggio per furto che poi si vendicò facendolo uccidere), Liborio Ansalone (comandante dei Vigili Urbani fu ucciso per avere collaborato con il Prefetto Antimafia Mori), Ugo Triolo (avvocato e Viceprocuratore onorario ucciso per queste sua attività di servizio), e perfino Giovanni Falcone, discendeva da parte di madre da Corleone ove addirittura visse una parte della sua infanzia.
Come si vede il bene ed il male sono ovunque. Personalmente sono convinto che il bene è sempre superiore a ciò che c’è di male per cui mi appello ai compagni del Partito del Sud a tutti i meridionalisti ai componenti di questa testata ed a chiunque voglia e possa: innalziamo ciò che c’è di bene di prestigioso e di buono nel nostro meridione, scriviamolo, pubblichiamolo diamogli forza e diffusione anche parlandone vantiamolo contestando così i luoghi comuni su di noi!
Massimo Cogliandro
Partito del Sud