CI FU UN PESTAGGIO, ma non fu così violento: Stefano Cucchi non è morto per i ceffoni o pugni ma per colpa delle omissioni e negligenze dei medici”. Lo ha sostenuto in aula l’avvocato Antonella De Benedictis, difensore del carabiniere Alessio Di Bernardo, nel corso del processo di Appello che vede imputato il militare di omicidio preterintenzionale per il pestaggio del geometra morto nel 2009. Per Di Bernardo, il pg ha chiesto 13 anni di
carcere, come per Raffaele D’Alessandro (in primo grado condannati a 12 anni), e 4 anni e 6 mesi per il maresciallo Roberto Mandolini (3 anni e sei in primo grado) accusato però di falso. “Ci sono stati schiaffi e forse una spinta che ha fatto cadere Cucchi – ha detto l’avvocato De Benedictis –. Ma non è stato un violento pestaggio”.