Via libera al mantenimento dell’immunità per i parlamentari, compresi i membri del nuovo Senato. E’ quanto stabilito da un emendamento dei relatori Anna Finocchiaro (Pd) e Roberto Calderoli (Lega) al ddl riforme approvato in commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama. Hanno votato a favore Pd, Forza Italia, Lega, Ncd, Sc e Popolari per l’Italia. Contrari M5S (“è uno sfregio al dialogo con i cittadini”, attacca il capogruppo in commissione Giovanni Endrizzi) e Sel. Si è astenuto il senatore FI Augusto Minzolini. La modifica sopprime l’articolo 6 del ddl del governo che lasciava l’immunità solo ai deputati. Adesso quindi si torna al testo originario dell’articolo 68 della Costituzione che prevede che l’autorizzazione a procedere nei confronti di deputati e senatori sia decisa dalle rispettive giunte parlamentari.
Parere positivo all’emendamento è stato espresso dal governo rappresentato in commissione dal ministro per le Riforme Maria Elena Boschi che commenta con soddisfazione la seconda giornata di votazioni: “Il clima e’ buono, stiamo esaminando emendamenti e sub-emendamenti senza compromettere il dibattito e i diritti delle opposizioni”. Il ministro si è anche sbilanciato sull’approvazione finale del provvedimento: “Se tutto procede come e’ iniziato, entro il mese di luglio ci sarà l’ok dell’Aula”.
Intanto la conferenza dei capigruppo ha aggiornato il calendario dei lavori di Palazzo Madama e il testo, inizialmente atteso per giovedì 3 luglio, approderà in Aula mercoledì 9. Tra gli altri emendamenti approvati, uno dei relatori che introduce la norma secondo la quale i membri delle Giunte regionali o comunali saranno incompatibili con alcune cariche di vertice del nuovo Senato. Via libera della commissione anche a un altro emendamento dei relatori che prevede che nel regolamento della Camera dei deputati siano garantiti i diritti delle minoranze parlamentari. E’ passato anche un emendamento dei senatori ex M5S che stabilisce per “i membri del Parlamento il dovere di partecipare alle sedute dell’Assemblea e ai lavori delle commissioni”.
Data cruciale, comunque, resta quella di dopodomani quando si terrà la riunione dei gruppi parlamentari di Forza Italia alla presenza di Silvio Berlusconi. Solamente dopo le decisioni assunte da FI la commissione di Palazzo Madama affronterà i nodi principali del ddl tra cui la composizione delle due Camere le modalità di elezione dei componenti del Senato. Proprio su quest’ultimo punto va registrata oggi la presa di posizione del presidente della commissione Bilancio di Palazzo Madama, Antonio Azzollini (Ncd), che ha annunciato il voto a favore dell’elettività del nuovo Senato. Salgono così a 20 i senatori della maggioranza che vogliono il mantenimento dell’elezione diretta (16 Pd, i Popolari per l’Italia Mario Mauro e Tito Di Maggio, il socialista Enrico Buemi e appunto Azzollini). “Ho presentato un mio emendamento su questo tema e lo voterò in Aula, così come voterò tutte le proposte di modifica che puntano all’elezione diretta del Senato”, ha spiegato Azzollini.