Altro che fisco amico. Basta avere a che fare con la dichiarazione delle tasse per perdere la pazienza. Nemmeno «la crescente digitalizzazione dei processi» riesce a limitare una «complessità burocratica» che inesorabilmente «tende a salire». La prova sta nel numero di famiglie che per gli adempimenti fiscali si rivolgono al commercialista o a un altro soggetto a pagamento: «Dopo aver oscillato attorno al 45 per cento fino al 2010, negli ultimi anni è cresciuta toccando nel 2018 il massimo del 55,3 per cento».
Gli esperti spiegano che non sono estranee al fenomeno ragioni anagrafiche, né una certa diffidenza, talvolta forse non del tutto motivata. Del resto, è sempre il documento della Confartigianato a sottolineare come in base ai dati della Commissione europea l’Italia sia ancora uno dei Paesi dove l’utilizzo di Internet nei rapporti con le pubbliche amministrazioni è fra i più modesti in assoluto.
La quota di persone occupate di età compresa fra 16 e 64 anni che hanno utilizzato questo canale non ha raggiunto nel 2018 neppure il 20 per cento (19,6). Davanti solo a Bulgaria (13,8) e Romania (6,1). Le responsabilità? Il basso livello degli investimenti pubblici nelle nuove tecnologie, per dirne una. I dati di contabilità nazionale dicono che nel periodo compreso fra il 2012 e il 2017 sono calati del 23,2 per cento mentre nel settore privato salivano del 14,2 per cento.