NAPOLI. Una presunta attività vulcanica, alla base della segnalazione fatta da alcuni subacquei ieri nel golfo di Napoli, a largo di San Giovanni a Teduccio, alcuni uomini segnalano alla guardia costiera alcune anomalie che si stavano verificando in mare.
Come si può chiaramente sentire, dall’audio delle immagini si evince chiaramente alcuni cerchi che affiorano dall’acqua, probabilmente proprio gas, con un’attività elevatissima. Si riscontrano delle onde, generate da un centro ben visibile, le quali arrivano ad un diametro di circa 30 metri. Gli uomini a bordo del natante, segnalano alla guardia costiera l’anomalia e chiariscono che sono subacquei e che non hanno potuto procedere all’immersione per non correre rischi. Si nota inoltre, ascoltando attentamente l’audio, che non è la prima volta che l’uomo che effettua la chiamata alla guardia costiera, assiste a questo strano fenomeno.
Potrebbe essere una fuoriuscita di Gas, un’attività di tipo vulcanica, in fondo al mare. Non è infatti mistero che il Vesuvio abbia bocche anche nelle acque del golfo. Dopo le trenta scosse di terremoto in pochi minuti della scorsa settimana, il dubbio sorge spontaneo: potrebbe essere quindi un segnale di risveglio del vulcano che sovrasta Napoli?
“Dal monitoraggio costante effettuato dall’Osservatorio Vesuviano non risultano alterazioni dei parametri. Nessun allarme per il Vesuvio”. Così l’Assessore regionale alla Protezione civile, Edoardo Cosenza dopo aver sentito il direttore dell’Osservatorio, Giuseppe De Natale, in merito alle emissioni di fluidi al largo del Porto di Napoli, segnalate da alcuni quotidiani e siti web.
“Domani mattina – ha riferito l’Assessore Cosenza – i ricercatori dell’Osservatorio, insieme ad unità navali della Guardia Costiera, si recheranno in ogni caso sul posto per effettuare un sopralluogo tecnico e definire con esattezza le cause di queste emissioni”.
“Il fenomeno segnalato – dice Giuseppe De Natale – non è accompagnato da alcun parametro anomalo nelle nostre aree vulcaniche (di tipo sismico, deformativo, termico, ecc). Domani i ricercatori effettueranno prelievi e misurazioni per accertare la reale natura di tali emissioni che, allo stato attuale di conoscenza, potrebbero essere prodotte da molti fenomeni diversi (es. rottura di condutture, fognature sottomarine, ecc.) piuttosto che da fenomeni vulcanici. In particolare, la localizzazione fornita del punto di emissione risulta esattamente in corrispondenza con le condutture fognarie che partono dall’impianto di depurazione localizzato sul punto della costa più prossimo ad esso”.