Ecco l’intero testo dell’accorato appello, rimasto lettera morta,  che  Free Green Sicilia – SOS Beni Culturali – ha inviato nel 2014 sullo stato di avanzato degrado ed evidente abbandono in cui versava e versa tutt’ora il monumento seicentesco, dichiarato bene culturale, Palazzo dei Principi di Giovanni di Trecastagni (si allega foto della facciata principale) alle istituzioni regionali e nazionali competenti , di cui non si sono visti gli effetti ma è possibile vedere le conseguenze del suo inesorabile declino anche in quanto alla mercè di incendi, delle intemperie e del  vandalismo a ciò è seguita nel 2015 la segnalazione della messa in vendita su un sito commerciale web di alcune pertinenze di tale monumento ridotte a ruderi di cui le istituzione ne sconoscevano la presenza dando anche l’impressione di non sapere se tali  immobili facessero parte dell’intero complesso monumentale comunale:

 

 

  • “ …E’ o non è …un monumento? O meglio: da monumento seicentesco a relitto del terzo millennio?Ci riferiamo all’antico  Palazzo di Trecastagni – esempio straordinario di architettura costruito nel 1641-  residenza ordinaria del Principe Domenico I°  Di Giovanni,  che da decenni versa in uno stato visibile di totale abbandono e depauperamento, così come quello che doveva essere il suo bel giardino oggi un deserto di sterpaglia e rifiuti.Per più di una volta durante i mesi estivi  le sterpaglie secche non eliminate dal Comune sono state date alle fiamme dai vandali di turno  bruciando gli ultimi alberi esistenti nel parco e danneggiando la struttura fino ad inoltrarsi all’interno tramite i balconi e le finestre in quanto da sempre    sprovvisti di  infissi, anche provvisori, come lo stesso portone principale, anche questi  scomparsi nel nulla.  Lo stesso edificio pare sia  rimasto per anni quasi del tutto sprovvisto di tetto, rifatto solo da pochi anni e di cui si conoscono le somme finanziate e quelle spese nel tempo. Tutto ciò fa facilmente pensare ai danni in parte irreversibili che ha dovuto subire tale magnifica struttura con buona pace  di tutti gli amministratori.Ed inoltre cosa intende fare per i danni subiti dal monumento a causa dell’inerzia istituzionale? Non osiamo parlare di sensibilità degli stessi per il bene,  dei vari Sindaci che si sono susseguiti dall’acquisto ad oggi, ma anche prima di ciò in quanto anch’essi responsabili della sua conservazione.  

 

    • Alfio Lisi
    • A tale appello non è seguita alcuna risposta formale ma, cosa più grave,  neanche alcun impegno tangibile da parte di  quelle istituzioni a salvaguardia del bene culturale a partire dal proprietario del Palazzo cioè il Comune di Trecastagni, che per legge ne è il diretto responsabile,   che non si è permesso neppure di chiudere anche provvisoriamente gli ingressi,  i balconi e le finestre dell’edificio per evitare ulteriori danni  all’interno forse richiesto dalla Sovrintendenza.
    •  Dobbiamo dire, per senso di giustizia,  che la stessa cosa varrebbe per tutti i Sovrintendenti e responsabili per la Sovrintendenza dei luoghi, anch’essi a nostro avviso responsabili, per quello che sono le competenze normative, dello stato di avanzato degrado in cui versa il palazzo storico.”
    • Ci chiediamo: ma la Sovrintendenza, di cui si nutre ancora fiducia, cosa ha fatto in questi anni per imporre al Comune, proprietario da decenni del bene, la salvaguardia e la conservazione di tale monumento visto e considerato quanto esposto sopra?
    • L’edifico in questione è uno dei monumenti più belli e più importanti del Comune di Trecastagni, acquistato dallo stesso alla fine del ‘900 è stato di fatto lasciato degradare e spogliato di gran parte del decoro architettonico interno ed esterno, anche in quanto più che facilmente accessibile a causa di una incerta recinzione e di una totale mancanza di sorveglianza.
    • Ci riferiamo all’antico  Palazzo di Trecastagni – esempio straordinario di architettura costruito nel 1641-  residenza ordinaria del Principe Domenico I°  Di Giovanni,  che da decenni versa in uno stato visibile di totale abbandono e depauperamento, così come quello che doveva essere il suo bel giardino oggi un deserto di sterpaglia e rifiuti.

 

  • Portavoce Free Green Sicilia  SOS beni culturali