Un delitto perfetto. C’è l’emergenza, c’è l’ospedale meridionale. C’è perfino il post che accusa i furbetti del coronavirus. E allora, perchè non sparare a zero. Sbattere il mostro in prima pagine senza neanche una verifica. E’ successo poco più di un mese fa quando i giornali sparano a zero sul piccolo esercito di medici e infermieri imboscati al Cardarelli nel pieno dell’emergenza. TUtto nasce dalla pubblicazione di un post del 14 marzo, firmato dal primario di cardiologia e capo dipartimento emergenza del Carderelli, Ciro Mauro, secondo cui tra le “249 persone assenti” tra medici e personale sanitario e amministrativo del più grande ospedale del Mezzogiorno si sarebbero nascosti degli imboscati con certificato medico fasullo, da “co m m i s e ra re ”. Rapide indagini afidate ai carabinieri del Nas hanno consentito di appurare che l’allarme del dottor Mauro era infondato: sentito due volte, e contrariamente a quanto aveva dichiarato ai cronisti, il primario ha precisato che le sue fonti non erano qualficate e attendibili. Quel post sarebbe stato il frutto di una voce origliata al bar. Così, ieri, la Procura di Napoli guidata da GIovanni Melillo, ha chiesto e ottenuto l’archiviazione del fascicolo. Del resto, il leggere incremento dell’assenteismo nel periodo del Covid era largamenta giustificato dal fatto che l’anno scorso, andare al lavoro con un po’ di febbre era normale e apprezzato. Ma oggi, nel pieno dell’epidemia, è non solo sconsigliato ma addirittura vietato.
Il problema è che, chiusa l’inchiesta giudiziaria, non si cancella il danno reputazionale che ancora una volta colpisce la sanità meridionale e, soprattutto, il Sud. Non basta l’archiviazione, in questo caso, servirebbero le scuse da parte di tutti i giornali e le tv che hanno cavalcato il tema in senso anti-meridionale. Magari pubblicate con gli stessi titoloni e gli stessi spazi che hanno scandito una campagna di informazione completamente falsa. Ovviamente non vedremo nulla di tutto questo…
