La risposta italiana al terrorismo, due miliardi da spendere in egual misura tra sicurezza e cultura. «Loro vogliono il terrore, noi rispondiamo con la cultura che è più forte dell’ignoranza, non cambieremo mai il nostro modo di vivere, la nostra identità, e si arrenderanno prima loro». Matteo Renzi ai Musei capitolini punta all’annuncio solenne, parla nella stessa sala dove 58 anni fa i padri dell’Europa firmarono il Trattato di Roma. «Rischiamo – è l’incipit del premier – che gli attentati di Parigi lascino l’Europa come vittima collaterale». E proprio a Bruxelles chiede uno scatto di reni affinché «un nuovo umanesimo» prevalga sulla burocrazia e salvi l’Unione. Le misure annunciate da Renzi partono da una premessa: il taglio dell’Ires che Chigi sperava di anticipare al 2016 arriverà solo nel 2017. D’altra parte l’Europa non sembra intenzionata a riconoscere a Roma due miliardi di flessibilità sul deficit legati alle spese sostenute per i migranti grazie ai quali il governo avrebbe tagliato l’imposta. «L’Italia – spiega il premier – ha margini bilancio stretti, noi rispettiamo le regole ma chiediamo all’Europa di rispettare un patto di umanità che vale più di quello di stabilità». Il capo del governo non lo esplicita, ma dopo la porta mezza chiusa sui migranti Roma chiederà di scorporare i due miliardi dal deficit in virtù della flessibilità sulla sicurezza invocata da Parigi dopo gli attentati e in linea di principio accolta da Bruxelles. Di questi, 150 milioni saranno usati per la cyber-sicurezza, un sistema per l’identificazione dei ricercati attraverso le telecamere sparse sul territorio. Quindi l’estensione del bonus da 80 euro, finora riconosciuto ai redditi inferiori ai 1500 euro, a tutti i membri delle forze dell’ordine. Che riceveranno poi 50 milioni per l’ammodernamento della strumentazione anche se verranno tagliate da cinque a quattro corpi (entro l’anno la Forestale sarà accorpata ai Carabinieri ). 500 milioni andranno infine alla Difesa.