La scelta era tra l’Efd di Nigel Farage e l’Ecr di David Cameron. Ed è stato scelto Farage. Attorno a queste due ipotesi si sono espressi gli iscritti del M5S per decidere a quale gruppo dovranno apparentarsi gli eurodeputati pentastellati. Ma il voto ha determinato una nuova polemica all’interno del Movimento per l’esclusione dei Verdi tra le opzioni proposte. Sul blog di Beppe Grillo si sottolineava ieri come dopo le elezioni europee dello scorso 25 maggio il M5S ha condotto negoziati con i gruppi Politici al Parlamento Europeo. Per ognuno sono stati identificati possibili punti di contatto nella reciproca agenda politica e la disponibilità ad accogliere i 17 europarlamentari a Cinque Stelle. Nulla da fare per l’apparentamento all’Alde il gruppo più europeista e federalista che ha espresso una posizione unitaria, la quale tuttavia ha considerato i sette punti per l’Europa del M5S come completamente incompatibili con la loro agenda pro-Europa definendo il M5S profondamente anti europeo e il suo programma irrealistico e populista.
Nella scheda di presentazione, il gruppo di Farage viene presentato per primo: il Gruppo – si legge nel post – ha rappresentato nella scorsa legislatura l’opposizione più strenua al federalismo basato sull’austerity e alla concentrazione del potere nelle mani dei burocrati non eletti a Bruxelles. L’EFD è contro l’euro che ha generato povertà e disoccupazione. L’Ukip, il maggiore partito del Gruppo EFD, crede nella democrazia diretta ed è un partito contrario a ogni forma di discriminazione, accogliendo al suo interno membri di diverse etnie e genere che si sono uniti nella difesa della libertà e della democrazia.
Il partito si oppone al potere delle gradi banche, delle multinazionali e all’eccessiva burocrazia, dedica solo il 15% del suo budget al mantenimento della sua struttura amministrativa, liberando così molte risorse per le attività politiche sul territorio e per la comunicazione, è disposto a cambiare nome scegliendone uno nuovo insieme al M5S, garantisce peso sufficiente per affrontare le battaglie condotte su temi comuni, ma al contempo assicura libertà totale di voto l’agenda politica che differisca da quella del M5S. Quanto all’Ecr, il gruppo nasce come espressione dei Conservatori inglesi (Tories).
Vuole riformare l’Unione Europea opponendosi al federalismo sulla base di un euro-realismo che rispetti la sovranità degli Stati Membri, crede nella libera impresa, nel commercio. Nella sua visione, l’Unione Europea dovrebbe porre fine agli sprechi e all’eccessiva burocrazia. L’ECR ha una struttura amministrativa consolidata, che si traduce in un supporto esteso alle attività politiche. Come l’EFD, inoltre, offre al M5S la massima libertà di voto sui temi in cui non ci sia una linea comune. Neppure nominato, invece nonostante le aperture delle ultime ore, il gruppo dei Verdi. Ma se tra i votanti ha vinto in maniera schiacciante Farage, il dato rilevante è stato il calo di quanti hanno deciso di esprimere la loro preferenza.