A meno di una settimana dal voto delle Europee, lo scontro tra il premier Matteo Renzi e Beppe Grillo si fa sempre più duro: la settimana che culminerà domenica nell’apertura dei seggi si apre nel segno del corpo a corpo virtuale tra il leader del governo e del Pd da una parte, quello del Movimento 5 Stelle dall’altra. Dopo le scaramucce domenicali (“votate per chi vi pare ma non mandate buffoni il 25 maggio”, è stato l’affondo di Renzi, intervistato da Massimo Giletti su Rai1), Grillo è tornato via blog all’assalto di Palazzo Chigi. Il leader M5S ha usato un’altra immagine forte per attaccare il premier: “La lupara bianca attende Renzie che in fondo è uno smargiasso, un fanfarone, quello che si vede quando apre bocca, ma va avvertito, è un essere umano anche lui. Il Sistema assume i suoi uomini a progetto, se ci riescono, bene, altrimenti vengono fatti scomparire nel nulla. Come per la mafia. Lupara bianca”.
Per Grillo “Renzie è stato assunto a progetto per vincere le elezioni europee che perderà. Chi si ricorda di Enrico Letta, il cocco di Napolitano, che spopolava sulle prime pagine dei giornali e nei programmi televisivi? Oggi non lo intervistano neppure più Giletti e la Gruber. E’ sparito dal mattino alla sera. Solo qualche foto di spalle con il figlio per strada in stile viale del tramonto. E Rigor Montis, il nuovo De Gasperi? E’ finito in ‘Sciolta Civica’ e persino alla Bocconi il custode non lo saluta più e gli studenti fanno finta di non riconoscerlo. Gente che ha fallito e, come avviene per i mafiosi, chi fallisce viene punito. Lupara bianca”. Il leader del Movimento 5 Stelle scommette: “Il 26 di maggio, dopo le elezioni perse, partirà la caccia a Renzie. I dati economici peggioreranno di botto, già la discesa è iniziata”.
La risposta di Renzi arriva nel corso della registrazione del programma Piazza Pulita su La7. “Credo che dovremmo abituarci a un linguaggio più serio – replica il premier -. I morti di lupara bianca esigono rispetto e credo che la politica dovrebbe riprendere il significato delle parole. Può sembrare un fatto morale, ma citare Hitler, la peste rossa, la lupara bianca… È un linguaggio che non è il nostro”. Renzi riprende pure l’invito formulato domenica a non votare per “buffoni”: “Chi sono i buffoni? C’è un lungo elenco… Io non ho il problema di far vincere il mio partito contro quello degli altri, ma mi interessa solo che l’Italia esca dalla crisi. Se uscisse con un altro partito, sarebbe lo stesso; ho sempre avuto rispetto per chi votava nel centrodestra e anzi dicevo che bisognava convincerli, non insultarli. Ma mi preoccupa – prosegue il presidente del Consiglio – come viene vista l’Italia in Europa, perché la credibilità di FI e M5S non è all’altezza delle aspettative che l’Italia suscita”.
Nel pomeriggio, in una conferenza stampa successiva all’incontro col premier polacco Donald Tusk, il presidente del Consiglio ha dato conto del “clima di speranza e fiducia” che percepisce rispetto all’esito delle urne, poi si è soffermato sul rischio del populismo antieuropeo: “C’è in tutta Europa e in Italia e dove assume varie forme”, ma “noi non cediamo alla facile demagogia di chi dice ‘fuori da tutto’. Il presidente del Consiglio sottolinea che “l’Europa va cambiata perché ora è lontana dalle esigenze dei cittadini. Ma riesce a cambiarla chi governa, non chi urla. La cambia chi propone, non chi insulta”.