Per la terza volta in venti giorni il Movimento cambia idea sul percorso migliore per mandare in soffitta la moneta unica. E a Pasquetta torna a proporre una consultazione popolare per l’uscita dell’Italia dall’euro. «La logica del referendum – detta la linea il blog di Beppe Grillo – è impedire che una sola forza politica decida per tutti su una questione decisiva». E dire che soltanto a fine marzo i grillini avevano spiegato di preferire una “moneta fiscale” di transizione al posto di una traumatica e impraticabile Italexit, che infatti non aveva trovato posto nel programma Esteri votato dagli attivisti. Troppo poco, sembra, per convicere la Lega a un’alleanza post elettorale su un esecutivo a cinquestelle. Nei dieci punti programmatici di politica estera del M5S si parla di introdurre una nuova moneta, parallela all’euro, che viene chiamata moneta fiscale. Anche Berlusconi ha fatto cenno in varie occasioni ad una nozione simile, ricordando le am-lire della sua infanzia, sia pure in termini talmente vaghi che è difficile discuterne. La proposta, almeno nella versione presentata al punto due del programma di politica estera del MSS, nasce da una constatazione che per certi versi rassicura: «L’uscita dall’euro comporta una rottura di trattati, comporta una manovra di tipo aggressivo nei confronti dei nostri partner…i costi politici da sostenere sono alti». Forse anche nel MSS cominciano a capire che l’uscita dall’euro è un rischio fatale?