BarillaRaffaele Vescera

Due giorni fa l’Ansa ha battuto la seguente notizia: “Barilla: accordo di filiera, solo grano duro Made in Emilia Romagna. Barilla sceglie il grano duro emiliano-romagnolo, per una pasta interamente made in E-R.”

Ebbene non solo il noto marchio, a quanto pare, ha snobbato il miglior grano di qualità, che notoriamente, viene coltivato al Sud per quanto, qualche tempo fa, un caso analogo avvenuto in Calabria, suscitò le proteste dello Stato centrale che addirittura sottopose la questione alla Corte Costituzionale. La domanda sorge quindi spontanea: che il nord possa usare solo la sua produzione e il Sud no? E la Barilla oltre a prendere il grano solo dall’ Emilia, deciderà di fare una campagna vendite esclusiva della sua zona? A quanto pare no, anzi, la multinazionale, grazie a consolidati accordi “privilegiati” – tanto per usare un eufemismo – con la grande distribuzione, venderà la suddetta pasta a tutto il resto del paese e al sud in particolare, a discapito come sempre delle eccellenti produzioni meridionali sia sul versante del grano che su quello della pasta.”