Il Grande Progetto Pompei va: dei 105 milioni di euro di cofinanziamenti messi a disposizione dalla Ue, più della metà, 56 milioni, sono già stati messi a bando. Gli importi sono destinati a scendere perché, nelle gare finora chiuse, si è registrato un ribasso medio del 30%. Ma, secondo il Generale Giovanni Nistri, già capo del Nucleo Tutela del Patrimonio Artistico dell’Arma dei Carabinieri e oggi direttore generale del Progetto, gli obiettivi fissati per fine dicembre dal governo italiano e dall’Europa nell’Action plan saranno agevolmente raggiunti: a fronte di una previsione di chiusura a 2 milioni e 800 mila euro, ne sono stati spesi (e rendicontati) 2 milioni e 750 mila euro.
E tutto lascia prevedere che, a dicembre 2015, quando tutti i lavori dovranno essere conclusi e rendicontati, non un centesimo dei fondi messi a disposizione dalle autorità di Bruxelles sarà andato perduto. Le cifre del più grande intervento di recupero e restauro della storia di Pompei sono state rese pubbliche nel corso dell’incontro “Pompei, ieri oggi e domani”, svoltosi nella Basilica Paleocristiana di Paestum.
“Gli interventi messi a bando – ha affermato il generale Nistri – sono stati 25. Quattordici i cantieri attivi in questo momento, per complessivi 25 milioni di euro”. Due quelli già chiusi con i collaudi in corso: il restauro architettonico e strutturale della Casa del Criptoportico e il restauro architettonico della Casa delle pareti rosse. Solo nell’ultimo mese, sono state bandite altre otto gare. Numeri importanti e, per certi versi, sorprendenti, considerato che per molte gare, ha chiarito Nistri, si è resa necessaria un riformulazione dei bandi, per renderli coerenti con i nuovi protocolli adottati dall’Autorità per la lotta alla corruzione presieduta dal magistrato Raffaele Cantone.
I due protocolli applicati al Grande Progetto, quello per la legalità, che tra l’altro impone alle ditte e alla stazione appaltante la tracciabilità dei flussi finanziari, e quello operativo, restano le bussole che guidano il cammino di Nistri e dei suoi collaboratori. In un rapporto alla Prefettura di Napoli, il generale ha segnalato il sospetto ritorno, in alcune gare, di imprese già “attenzionate” dalla stessa autorità territoriale di governo e dalla magistratura. Sui protocolli operativi, il programma prosegue nel pieno rispetto dei cinque piani stabiliti nell’ambito del Grande Progetto: conoscenza, piano delle opere, sicurezza, fruizione e comunicazione, capacity building.