Di Antonella Catrambone
“Gli altri siamo noi” è un’associazione di volontariato voluta e guidata da Adriana De Luca che ne è la Presidente oltre ad essere una volontaria. E’ una realtà viva sul territorio cosentino ed oggi anche in quello crotonese, nata allo scopo di rispondere ai bisogni di persone con Sindrome di Down. Opera a favore di quelle persone rese marginali a causa della loro disabilità, contribuendo al loro benessere biopsicosociale, all’autonomia personale, all’inclusione sociale, alla vita indipendente e alla loro piena realizzazione secondo la Convenzione ONU.
Quando nasce l’associazione?
Dal 2000, per tre anni, l’associazione ha condotto la sua attività in modo informale con un gruppo di volontari che svolgevano percorsi di educazione all’autonomia. La sede in cui elaboravamo le attività mutava di anno in anno in quanto ospiti, a titolo gratuito, di locali forniti da alcune parrocchie della città. Il 16/7/2003 l’associazione si è costituita con atto pubblico e poco dopo ha fatto richiesta di iscrizione all’Anagrafe delle Onlus. Nel 2008, a seguito di modifica statutaria, si è iscritta al Registro Regionale delle Associazioni di Volontariato – sezione provinciale. E’affiliata al Coordinamento Nazionale Associazioni delle persone con sindrome di Down ed ha stipulato una convenzione con l’Università della Calabria per lo svolgimento di tirocini formativi degli studenti del Corso di laurea in Scienze dell’Educazione. Ha firmato, altresì, un protocollo d’intesa con il settore Formazione Professionale della Provincia di Cosenza mirato alla formazione dei giovani, all’orientamento scolastico e professionale e all’inserimento lavorativo. E’ Ente di Servizio Civile di IV classe con comunicazione prot. N° 9840 del 15 sett.2008.
Quali obiettivi si propone e quali esigenze soddisfa per la collettività o per una parte di essa?
Offre servizi qualificati a persone con disabilità intellettiva e alle loro famiglie, attraverso l’attività di professionisti e giovani cittadini attivi formati. Le prestazioni sono rivolte a tutto l’arco di vita, tuttavia prevale la presa in carico totale di persone dai 16 anni in su per l’assenza di servizi ad essi dedicati. Proponiamo consulenza, rivolta anche ad enti e istituzioni; valutazione del funzionamento secondo la Classificazione Internazionale ICF; valutazioni delle competenze con strumenti standardizzati di progettazione educativa, didattica, abilitazione, sostegno alla genitorialità e gruppi di auto-mutuo-aiuto; riabilitazione sociale e cognitiva, ivi compresa la Valutazione Dinamica del Potenziale di Apprendimento e l’applicazione del Programma di Arricchimento Strumentale secondo la metodologia del Prof. Reuven Feuerstein; attività di formazione rivolta a giovani con disabilità intellettiva, genitori, operatori e, volontari.
Le attività sono personalizzate sulla base dei bisogni rilevati e sono concordati con la famiglia che collabora alla realizzazione degli obiettivi del progetto e nel rispetto delle scelte della persona in contesti comuni di vita. Lo scopo è promuovere lo sviluppo e il mantenimento delle competenze cognitive, adattive, affettivo – relazionali, scolastiche, prelavorative, lavorative e la partecipazione a tutte le forme di vita sociale (scuola , sport, cultura, spettacolo, tempo libero, vacanze, lavoro, ecc). Un aspetto per noi importante è stato quello di curare e promuovere rapporti con agenzie del territorio con le quali poter realizzare percorsi di promozione dell’inclusione sociale e condividere una visione avanzata, senza trascurare di svolgere una funzione di stimolo nei confronti di tutte le altre istituzioni e agenzie del territorio.
L’associazione “Gli altri siamo noi” si è resa protagonista di diversi progetti con lo scopo di sensibilizzare un territorio difficile e favorire l’accesso alla vita adulta e l’inserimento lavorativo delle persone colpite dalle patologie precedentemente riferite. Tra gli altri ricordiamo il progetto pluriennale “Verso una vita indipendente” presentato come buona prassi al 2° Convegno Internazionale sui servizi sociali. L’associazione gestisce da diversi anni un Centro diurno per le autonomie e l’inclusione sociale rivolto a persone con problemi di non autosufficienza, oggi autorizzato dalla Regione Calabria. Negli anni 2011/12 è stato concretizzato il progetto “Lavoroanchio” per la realizzazione di azioni di work-experience, finanziato dal POR Calabria 2007/13, che ha consentito l’attuazione di validi percorsi di formazione della durata di un anno per nove persone di cui sei inseriti in piccole e medie aziende calabresi. Questi percorsi non hanno prodotto occupazione per diversi motivi, tuttavia, questa esperienza ci ha confortato circa la possibilità che l’inserzione lavorativa è possibile anche in situazioni di basse competenze a fronte di un buon adattamento sociale del soggetto, della giusta scelta del posto di lavoro in funzione delle abilità e di un accompagnamento adeguato.
Dall’anno 2013 abbiamo partecipato al progetto “Geox For Valemour” con una squadra composta da due soggetti con sindrome di Down ed un educatore, lo scopo è di colore tessuti e pelli per la produzione di borse e scarpe. Questa esperienza ci ha inseriti in un circuito nazionale in cui il rapporto col mondo imprenditoriale ci ha aperto a nuove possibilità.
Alla fine del 2014 è stato avviato un progetto pilota insieme all’ASP di Cosenza con la finalità di offrire un insieme strutturato di attività capaci di affrontare la molteplicità dei bisogni espressi e inespressi, attraverso la collaborazione pubblico-privato sociale nell’ottica della legge 328 del 2000 (Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali) e della legge 23/2003 (Realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali nella Regione Calabria) nella prospettiva del superamento dell’assistenzialismo a favore della promozione della persona. Attualmente l’associazione, risultata tra i vincitori del bando “Giovani per il sociale” del Dipartimento della Gioventù della Presidenza del Consiglio dei Ministri, sta realizzando il Progetto “Prove di volo”. L’iniziativa è orientata all’empowerment delle competenze cognitive e relazionali di tutti i soggetti coinvolti e prevede l’acquisizione di abilità lavorative specifiche nonchè la costruzione di una rete stabile con soggetti pubblici e privati in grado di sostenere la collocazione occupazionale e il suo mantenimento nel tempo. Gli ultimi sei mesi saranno dedicati allo start–up di un’impresa sociale che produrrà prodotti da forno, conserve e pasta fresca in cui lavoreranno sei delle persone coinvolte. Nello stesso progetto sono stati avviati altri laboratori per fornire ai giovani coinvolti la possibilità di sperimentarsi in pulizie interne ed esterne (attualmente il palazzo e le aiuole del condominio dove ha sede l’associazione sono tenute in ordine dai nostri giovani), lavoro d’ufficio e agricoltura.
Quali difficoltà ha riscontrato durante questo percorso?
Le difficoltà maggiori nascono dall’assenza di servizi per cui i soci, tutti familiari di persone che vivono le disabilità citate, hanno dovuto diventare costruttori di servizi necessari ad assicurare un futuro migliore ai loro congiunti. Questo ha significato cercare le risorse economiche con una enorme difficoltà a dare continuità alle attività intraprese. Nessun ente pubblico è stato in grado di offrire una sede a titolo gratuito per realizzare i servizi, per cui abbiamo dovuto sobbarcarci delle spese di affitto, quelle per rendere la sede idonea ad ospitare un centro diurno, e ancora oggi gestiamo tutto con i contributi dei soci e le donazioni, nonché coi progetti per le attività specifiche in essi previsti. Un’altra difficoltà riscontrata è stata quella di fare realmente rete per costruire un fronte comune con altre organizzazioni. Purtroppo la lotta tra poveri non smette mai di essere sostenuta ed incoraggiata. Il ritardo culturale tipico del nostro territorio, inoltre, rende difficile la comprensione dell’impostazione innovativa dell’associazione .
Quali le adesioni e le risposte riscontrate?
Il nostro successo è decretato dalle famiglie che rimangono legate all’organizzazione e ai progressi tangibili dei bambini, ragazzi, giovani e adulti. Attualmente seguiamo più di 40 persone su Cosenza e 12 su Crotone, dove da un anno e mezzo abbiamo aperto una sezione su richiesta di un gruppo di genitori. Abbiamo l’apprezzamento del nostro operato da parte di altre organizzazioni sul territorio nazionale e godiamo della stima e della credibilità di coloro che ci conoscono. Purtroppo facciamo fatica a curare la comunicazione di quanto facciamo, perché anche questo richiede tempo e risorse.
Cosa Le ha regalato questo impegno sociale e che soddisfazioni ha ricevuto?
Questo impegno sociale ha praticamente assorbito tutta la mia vita, in quanto presidente e professionista volontaria. E’ un lavoro faticoso, lungo e paziente , non sempre gratificante, tuttavia sono circondata dall’amore di tutti i nostri aderenti, e quando riesco insieme ai collaboratori, ai volontari e alle famiglie a dare loro opportunità per sentirsi uomini e donne con il diritto ad avere una vita come quella riservata a tutti, quando li vedo soddisfatti di loro stessi, orgogliosi di quanto riescono a realizzare, stimati e apprezzati da coloro che li incontrano, bene, quella è la ricompensa più grande. La loro felicità, quella possibile, è la mia felicità. E’ il motivo per cui continuo a lavorare alacremente nonostante le innumerevoli difficoltà e la grande fatica.