“Il 31 ottobre del 1541 migliaia di ebrei italiani, regnicoli e rifugiati, espatria “con le chiavi di casa in tasca” dai confini del Vicereame Spagnolo, ossia dall’Italia meridionale. Per non dimorarvi più. L’esodo era stato preceduto dalla Spagna, Sicilia e Sardegna a seguito dell’editto di Alhambra”. Il Rabbino Capo Bahbout e la prof. Scaltritto e l’arch. Fabrizio Gallichi, hanno preparato una proposta di legge per un giorno della memoria che ricordi quell’evento ogni anno il 31 ottobre e indire una giornata di studi.
Fabrizio Gallichi, Presidente Associazione Drom Italia per la promozione della cultura sefardita: perché questa proposta di legge?
“Il decreto era stato redatto sulla base di sollecitazioni di cui trovi traccia tra i documenti inviati ed é stato emesso il 7 u.s. La comunità ebraica del Sud non é più tornata ai numeri ed ai fasti di prima della cacciata, tuttavia gli ebrei dopo l’unità d’Italia sono tornati nel Meridione ed oggi stiamo vivendo il rifiorire di tante realtà locali in tutta l’area. I sefarditi sono gli ebrei che fino al XVI secolo vivevano in Spagna, Portogallo e nell’area che si affaccia sul Mediterraneo”.
Come è possibile che ci sia ancora qualcuno che nega la Shoah?
“La domanda sul negazionismo mi appare strana in un mondo dove vi sono persone che credono che lo sbarco sulla luna sia un falso o, per fare uno dei tantissimi esempi possibili, alle scie chimiche. In ogni caso il negazionismo è il portato di una necessità di nascondere coniugata con la volontà di colpire sottilmente, ma nel profondo i popoli delle vittime, ebrei, omosessuali, Roma, ecc”.
Essere ebrei in cosa si differenzia da essere cristiani?
“Mi verrebbe da dire che un cristiano contiene inconsapevolmente un ebreo. Voglio dire che il cristiano si richiama in via fondativa all’ebraismo per poi bollare la Bibbia come vecchio testamento e ritenere che il Creatore abbia modificato la propria volontà. Il che ad un ebreo appare impossibile, non contemplabile la circostanza per la quale Colui che é perfetto divenga perfettibile. L’ebreo crede che, invece, il messaggio, o la rivelazione, siano perfetti e che l’uomo, perfettibile, debba continuamente emendarsi. Un grande Maestro del passato insegnava a riconoscere un segno distintivo tra ebrei e cristiani nella differenza tra la pratica della carità e quella della giustizia. L’ebraismo é una ortoprassia, prevale il giusto fare responsabile, e non una ortodossia, il giusto credere”.
Ecco una parte del testo della proposta di legge.
“Perché cacciare gli ebrei? Tre le ragioni: rendere cristianamente pure e omogenee le popolazioni, costruire il nemico da eliminare con pretesti sociali e politici che nascondo il vero motivo; acquisire i beni sottratti svenduti; terzo, impedire l’accesso alle cariche pubbliche e blindare fonti di reddito e luoghi di potere riservati solo ai cristiani.
Con il 31 ottobre del 1541 il Sud Italia Ebraico scompare, evapora dai fumi della storia. Una storia scritta nell’antica Apulia, Campania, Sicilia fin dal I secolo dell’era volgare senza interruzioni. Questa espulsione non porterà pace e ordine anzi alla rilevante riduzione del commercio si aggiungerà “l’usura dei capitalisti cristiani” Certo il Meridione non ha conosciuto la vergogna del ghetto come quello di Roma, ma ha dimenticato le Giudecche, le Sinagoghe. Gli studi internazionali e le ricerche sugli Archivi notarili del Vice Regno spagnolo hanno provato come l’espulsione definitiva del 1540-41 ha stroncato sì la vita delle famiglie ebraiche, ma ha stroncato pure una convivenza e una collaborazione feconda sotto l’aspetto umanistico economico e civile.