Sono stati Pd e Movimento 5 Stelle i più penalizzati dall’astensionismo al primo turno delle elezioni amministrative che hanno visto andare alle urne 1.004 Comuni. Nei ballottaggi dei capoluoghi il fronte FI-Lega è avanti in 13 città contro le 6 del centrosinistra. Invece i pentastellati si devono accontentare di nove ballottaggi minori. Già eletti al primo turno i sindaci di Palermo e Cuneo, andati al centrosinistra, mentre il centrodestra ha conquistato Frosinone. Nei 1004 Comuni dove si rinnovava l’amministrazione, ha votato il 60,07% degli elettori. Erano stati il 66,85% alle precedenti elezioni.
In attesa dell’esito dei ballottaggi tra due settimane, questo primo round elettorale mette in chiaro quegli ostacoli politici che l’accordo atre sul sistema proporzionale (poi fallito) avrebbe evitato. E dunque il rapporto tra il Pd di Renzi con la sinistra di Pisapia, il difficile abbraccio tra Berlusconi e Salvini mentre per i 5 Stelle ha riproposto il bivio tra linea “governativa” di Di Maio e quell a degli ortodossi di Fico. Questa volta il M5S non ci ha sorpreso. Cinque anni fa ci fu il caso Parma. L’anno scorso ci furono i casi di Roma e Torino e le 19 vittorie nei 20 ballottaggi. Quest’anno niente.
La vittima più nota ed emblematica è certamente Giusi Nicolini, prima cittadina di Lampedusa, premio Unesco d’eco internazionale e testimonial di un’isola-simbolo più volte menzionata per il Nobel per pace. La notorietà internazionale non ha impedito a Nicolini una sconfitta in casa: solo terza in amministrative con 4 mila votanti, dietro il neo-sindaco Totò Martello, appoggiato da un’altra parte del Pd, e il giovane iscritto a M5S Filippo Mannino.