di LAURA BERCIOUX
Marco Nonno, consigliere comunale, ogni anno promuove due borse di studio: una sulla Shoà e un’altra sulle Foibe. La presentazione si tiene ogni 14 febbraio nella scuola “Giovanni Falcone”, a Pianura: “Il dovere della Memoria” è il titolo della manifestazione. Saranno premiati i temi più belli sui due argomenti e, primi tre partecipanti, verrà data anche una pergamena.
Dal 2000, anno della legge istitutiva della giornata della memoria, ad oggi quale è bilancio dell’iniziativa?
“Un bilancio più che positivo, si è riusciti a far passare nelle scuole e nelle istituzioni in genere un ricordo che, altrimenti, sarebbe stato relegato alla sensibilità (che spesso manca) dei singoli”.
Eppure quest’anno l’apertura dei cancelli del più noto dei campi di concentramento sembra essere accompagnato dalla crescita dell’antisemitismo: quale riflessione può fare?
“A mio parere oggi fa più paura, perchè più insidioso. C’è un antisemitismo da salotto che trova erroneamente fondamento in uno pseudo sostegno alla causa palestinese, alimentato da una cultura post sessantottina che, soprattutto nelle scuole, continua ad imbottire la mente di tanti giovani studenti. L’antisemitismo proveniente da destra, almeno in Italia, è invece fortemente rimensionato”
.
La sproporzione tra l’attenzione dell’occidente alle azioni israeliane rispetto a quella dimostrata verso i tanti eccidi in varie parti del mondo, non porta a ritenere che vi sia una crescita di una forma di antisionismo?
“A mio parere su questo tema c’è una continua assenza dell’Europa, intesa come istituzione unitaria in grado di fare da arbitro nei confronti del conflitto arabo/israeliano e non giocatore come spesso accade di parte”.
Orrori, stermini di genere, pulizia etnica, terrorismo, la nostra civiltà è sotto un attacco: l’esperienza della seconda guerra mondiale non è servita?
“E’ servita e servirà fino a quando le generazioni che l’hanno vissuta resteranno in vita. Il pericolo e’ che, per interessi economici, sarà più facile in futuro far passare gli stermini, che soprattutto il mondo arabo quotidianamente compie, come questioni necessarie e secondarie”.
Anche il Sud Italia ha conosciuto una forma di Shoah?
“La shoah che il Sud ha subito a mio parere è stata quella di fargli perdere la sua storia ed il suo senso d’appartenenza che ci ha resi grandi , ricchi ed accoglienti: nel regno delle due Sicilie non c’è traccia di intolleranza. Oggi il Sud purtroppo è considerato una palla al piede per l’Italia nonostante abbia un territorio fantastico”.