2 miliardi di euro ogni anno, 5 milioni e mezzo ogni giorno, oltre 228 mila euro all’ora. Sono cifre esorbitanti quelle che fanno riferimento ai guadagni delle mafie e delle associazioni criminali relative al mondo del gioco d’azzardo e delle scommesse online. Con un giro d’affari che orbita soprattutto sulla Sicilia.
Sono questi i numeri messi in luce da questo articolo, dove si legge come le mafie riescano anche ad occultare gran parte di questi introiti grazie all’utilizzo di criptovalute, di BitCoin e Monero2, oppure depositando il tutto in paradisi fiscali. Il centro di questi affari sarebbe Malta, capitale europea del gambling. Da qui partirebbero relazioni, svelate nel 2018 dalle indagini congiunte di Guardia di Finanza, Carabinieri e Polizia, con clan del catanese e del palermitano. Si prenda per esempio il business delle famiglie della Noce e di Passo, in zona Rigano: lo scorso novembre 2021 la squadra mobile ha scoperchiato un vaso di Pandora da oltre 14 milioni di euro al mese, portando anche alla condanna di Salvatore Rubino e Vincenzo Fiore, veri e propri padroni del gioco.
Il gioco illegale è quindi tornato pericolosamente in auge, nel mondo del gambling italiano. Lo ha fatto soprattutto dopo la pandemia da Covid 19, che ha costretto milioni di italiani a casa. E in pochi sono capaci di riconoscere i casinò sicuri online, come spiegano gli esperti di CasinoSicuro.it. Un siciliano su 4, di età compresa tra i 18 e i 74 anni, negli ultimi 12 mesi ha scommesso o giocato sul web. Numeri in aumento del 13% rispetto al 2020 e di oltre il 60% si guarda al 2019. Palermo è in testa con oltre un miliardo e 400 milioni spesi nel gioco online, seguita da Catania con oltre 1 miliardo e 49 milioni di spesa e Messina con 723 milioni di spesa sulle piattaforme online.
Di questi soldi, tanti vanno nelle mani delle attività criminali, accrescendo un gioco illegale che coinvolge sempre di più i giovani. Lo spiega in questa analisi Giuseppe Mustile, responsabile dell’Unità complessa dipendenze patologiche dell’ASP di Ragusa: “Bisognerebbe fare una seria campagna di prevenzione. Lo Stato dovrebbe intervenire fissando regole serie sull’approccio dei minori a Internet. Solitamente sono i soggetti più deboli a soffrire di questa dipendenza, magari si tratta di ragazzini ridicolizzati che si sentono finalmente invincibili”.
Urge quindi un intervento, che passa per forza di cose sul riassetto del gioco legale. Unica vera arma per contrastare la deriva e il ritorno del gioco proibito.