La normalità pare essere tornata, ma per il gioco pubblico in realtà si tratta di un passo indietro. In attesa di un cambiamento che, forse, oggi è una promessa destinata a compiersi.

Si tratta, come è noto, di un settore industriale che forse nel Belpaese non è stato trattato come tale. Per molti il gioco in Italia continua ad essere considerato scomodo, complesso, dannoso. Ma è fondamentale per l’economia e per le casse dell’Erario, una parte importante del tessuto economico italiano.

L’offerta legale di gioco è peraltro l’unico presidio contro il gioco illegale, che già spopola e che altrimenti avrebbe tassi di interesse e di guadagno nettamente superiori ai già altri standard attuali. Con tutti i rischi del caso per chi giocherebbe senza sicurezza. Sono in fondo tutte ragioni che portarono, ormai vent’anni fa, lo Stato a legalizzare il sistema gioco. Che oggi funziona, anche bene, con un regime concessorio unico in Europa, ammirato anche da altre legislazioni che prendono il “modello italiano” come esempio da seguire o quantomeno da provare ad emulare. Sono tutti dettagli che hanno permesso al gioco legale di sopravvivere anche a due anni di pandemia, grazie ad un sistema articolato e complesso ma funzionante per quanto necessitante di una serie di cure che presto potrebbero venire alla luce. Grande contributo è stato dato dal gioco a distanza, in maniera particolare dai casinò online.  Sono questi i presidi dello Stato sul web. Grazie anche ad una serie di sistemi che, rispettando le regole, consentono il corretto funzionamento della filiera.

Tra questi sistemi i bonus casinò senza deposito rappresentano non solo una innovativa trovata in chiave di marketing ma anche un modo per differenziare l’offerta legale dall’offerta illegale, altrimenti indistinguibili (clicca qui per maggiori informazioni). In pandemia questo sistema è stato fondamentale per il corretto funzionamento della filiera. Proprio dalla pandemia, per il gioco, potrebbero nascere nuove e più articolare opportunità, prima inedite e impensabili.

Buone notizie arrivano dall’operato dell’attuale Governo, in questo senso, pronto a svoltare verso la massima concretezza. L’esecutivo guidato da Mario Draghi vuol fare le cose per bene, gettando le basi per una nuova vita per il settore del gioco.

L’iter è come sempre prima di tutto politico: si va verso un lavoro di analisi e sintesi per definire il tanto agognato riordino, coerente e sostenibile. I lavori son già partiti, con la costituzione della commissione di inchiesta sul gioco. Praticamente un inedito, che ha un precedente soltanto nel 2003. Questa volta le premesse, però, sono differenti. E il settore, finalmente, va verso l’inserimento all’interno di un paese che sta cambiando marcia, allontanandosi dagli ultimi vent’anni di irrealtà.