Resta in carcere il ventinovenne nigeriano accusato dell’omicidio. Valerio Marco Verni, legale e zio della famiglia della vittima, invita alla calma dopo la follia di ieri a Macerata, città che viveva ore di terrore proprio mentre il sospettato, Innocent Oseghale, 29 anni, carta di soggiorno scaduta e qualche precedente per droga, era davanti al giudice per le indagini preliminari. Nell’udienza di convalida del suo arresto l’uomo, accusato di omicidio e vilipendio di cadavere, è rimasto in silenzio, non ha risposto alle domande e alla fine il gip ha deciso che deve restare in carcere.
Gravi e pesanti gli indizi contro di lui: le tracce, gli elementi rilevati dai carabinieri del ris della scientifica nella casa in cui tutto sarebbe avvenuto. E poi le testimonianze. Due quelle chiave che inchiodano il nigeriano, visto più volte con Pamela nelle sue ultime ore, anche quando con lei si avvia verso la appartamento dell’orrore nella quale è morta – non è ancora chiaro se uccisa o a causa di un’overdose – E dove il corpo della giovane è stato smembrato.
Intanto è stato trasferito in carcere Luca Traini, il 28enne che ieri ha tentato di fare una strage di migranti a Macerata. L’uomo ha lasciato la caserma dei Carabinieri all’una di notte: a testa alta e sguardo dritto davanti a se’ non ha detto una parola ai cronisti che erano ad attenderlo. Traini e’ ora nel carcere di Montacuto, lo stesso dove e’ rinchiuso Innocent Oseghale, il nigeriano presunto assassino di Pamela.