di SIMONA D’ALBORA
L’ultimo episodio ieri all’alba, alle 5 del mattino il manto stradale in Via Vicinale Campanile, sprofonda, nessun ferito vista l’ora ma tanto spavento e 380 persone sfollate dalle loro abitazioni. Eppure presagi di quanto poteva accadere c’erano: il 17 febbraio era sprofondato un camion dell’Asia e allora bisogna porsi delle domande, o meglio bisogna porle al professore Franco Ortolani, professore di geologia alla Facoltà di Geologia dell’Università Federico II di Napoli: “Succede quello che è sempre successo – dichiara – ma attenzione questo non è dovuto al sottosuolo cattivo, finché l’uomo non ci mette le mani è tranquillo. Infatti la fenomenologia di quanto è accaduto è semplice. L’incidente di ieri richiama quanto successo alla Riviera di Chiaia il 4 marzo 2013 3 quello accaduto al Quadrivio di Secondigliano nel gennqi 1996 Nel sottosuolo in via Campanile 4 c’è una galleria abbandonata della Cumana, gli edifici sono stati realizzati dopo che è stata costruita la galleria, ovviamente sotto via Campanile troviamo i sottoservizi: tubature di fogne, acqua, cavi elettrici o del telefono, insomma tutto quello che serve le nostre case. Qualsiasi perdita di liquido, che sia dalla tubatura dell’acqua o della fogna, inizia un operazione di scavo nella pozzolana che è nel sottosuolo, che nel tempo si trasforma in fango, se non ci sta una cavità più profonda di sotto si ritrova nel vuoto Evidentemente i sedimenti liquefatti hanno trovato una via di evacuazione verso la sottostante galleria della SEPSA abbandonata da anni.
I fluidi, come sempre, causano una progressiva erosione dei sedimenti fino ad originare una cavità a sviluppo verticale che si amplia sempre più, cedendo improvvisamente e originando la profonda voragine e alla fine crolla tutto. E questo può capitare un po’ ovunque visto che in città ci sono molti punti sensibili al dissesto.”
È possibile individuare i punti sensibili, e in questo caso come bisogna intervenire per evitare che il sottosuolo ceda?
“Sì, è possibile e in questo si denota una certa impreparazione dell’organizzazione comunale nell’individuare i punti sensibili così da intervenire prima che accada la tragedia. E’ necessario un “nuovo governo del territorio urbano” che comprenda anche la pianificazione e la tutela e un piano di monitoraggio e interventi mirati di prevenzione, in modo da evitare altri sprofondamenti.”
Lei parlava della mano dell’uomo nel rendere pericoloso il sottosuolo, nei giorni scorsi ho letto che quando qualche azienda interviene nel sottosuolo per la riparazione di un sottoservizio, poi rimette a posto il manto stradale e deve presentare solo un’autocertificazione che dichiari che è tutto in ordine, cosa ne pensa?
“Io credo che il Comune debba intervenire, le aziende che effettuano interventi nel sottosuolo dovrebbero seguire un protocollo, munirsi di un esperto che verifichi le condizioni del sottosuolo, del resto basterebbe un’ordinanza, credo, per regolamentare la situazione e rimettere il territorio nelle stesse condizioni di prima. Ma il vero problema è che senza una seria politica di controllo rischiamo altri collassi, l’unica alternativa all’individuazione e al monitoraggio del sottosuolo è io speriamo che me la cavo, pregando che non ci siano altri morti.”