«È una fusione tra due gruppi sani, in utile e dobbiamo essere capaci di fare leva sulle forze delle due società, che sono complementari», dice il ceo di Psa, Carlos Tavares, nella conference call con la stampa internazionale. «Dobbiamo essere smart, intelligenti, fare leva sui punti di forza di entrambe le società», aggiunge Mike Manley, ceo di Fca. L’annuncio ufficiale della fusione che dà vita al quarto gruppo automobilistico al mondo è stato dato ieri mattina, e nel pomeriggio i manager hanno delineato insieme i contorni del nuovo gruppo, che non ha ancora un nome. Il ceo sarà lo stesso Tavares, l’uomo che ha rilanciato una Peugeot sull’orlo del fallimento, con una mandato di cinque anni. Manley resta «con un ruolo esecutivo senior. ll presidente di Fca, John Elkann, in una lettera ai dipendenti ha evocato un «obiettivo comune», quello di essere leader «nella nuova era della mobilità sostenibile». E c’è un aspetto della pur ampia e complessa alleanza fra Fca e Psa a cui, una volta tanto senza retorica, si può attribuire la definizione di “storico”: la presenza di rappresentanti dei lavoratori nel futuro consiglio di amministrazione della nuovo grande gruppo automobilistico. Nel cda composto da undici membri, due consiglieri saranno espressi dai lavoratori delle due aziende: uno da Fca e uno da Psa.