Sembrerebbe la classica tempesta in un bicchier d’acqua. Una polemica sollevata senza avere i necessari supporti, costruita sul sentito dire, interrogando persone non indicate a fornire risposte esaurienti. Nei giorni scorsi un articolo di un giornale on line sentiva “odor di scandalo” nel fatto che il Comune di Frattamaggiore spende 630 mila euro a biennio per combattere il randagismo, soldi che vanno a un canile che però di cani ne avrebbe un numero esiguo. In attesa di ulteriori chiarimenti ed eventuali accertamenti che contribuiscano a chiarire la questione, nella vicenda interviene il primo cittadino di Frattamaggiore, Marco Antonio Del Prete, con la nota che volentieri pubblichiamo qui di seguito.
“La questione dei “cani di Frattamaggiore” e le notizie recentemente divulgate meritano una replica. L’articolo pubblicato on line da “corrieredellecitta.it” contiene una serie di informazioni, alcune delle quali ricavate da dichiarazioni rese da persone che potrebbero non avere chiaro l’esatto quadro della situazione.
Innanzitutto, la gestione dei cani randagi è affidata in seguito a un regolare bando di gara pubblica. Il Comune di Frattamaggiore, inoltre, è obbligato dalla legge ad occuparsi di “quei” cani randagi. Si pone, certo, il dubbio se sia giusto spendere tanti soldi per gli animali piuttosto che per gli essere umani, frattesi o meno. Ma in questo caso è la legge a dissipare i dubbi. In altre parole, il Comune di Frattamaggiore, se pure decidesse, non potrebbe “sbarazzarsi” di quei cani. Incorrerebbe, in tal caso, in una serie di reati. Per quanto riguarda i dati in possesso dell’amministrazione comunale, poi, i cani non sono 36. Magari potessimo pagare per un numero così esiguo di animali! La documentazione in nostro possesso, pervenutaci dall’Asl 2 (non sappiamo se per il tramite di Marano o meno), ci informa che al 9 giugno 2017 i cani ospitati nella struttura gestita dal “Rifugio Agro Aversano” sono 275.
Per quanto riguarda l’età media dei cani, sempre per quanto di nostra conoscenza, tutti dotati di microchip e tutti sterilizzati (o quasi, e il “quasi” viene fuori da alcune – poche – celle dell’elenco excel in cui la parola “sterilizzato” manca) è assolutamente compatibile con l’età media dei cani in genere.
Tuttavia, si prende atto del contenuto dell’articolo sul corrieredellecittà.it e, nel rispetto dei singoli ruoli istituzionali, si procederà d una richiesta di controllo ulteriore agli organi preposti. “Ulteriore” perché i controlli sono sistematicamente predisposti dai Servii Veterinari dell’Asl e dal C.R.I.U.V. (Centro di Riferimento Igiene Urbana Veterinaria) della Regione Campania.
Ad ogni buon conto, si ribadisce, saranno chiesti ulteriori controlli ai quali il Comune chiederà di presenziare e fornirà un resoconto alla cittadinanza.