di SIMONA D’ALBORA
Nuovo spavento per gli abitanti della Riviera di Chiaia, nella notte tra il 4 e 5 marzo, in via Croce Rossa cede un muro di contenimento, ma questa volta, per fortuna non c’entrano i lavori della metropolitana. Tanto spavento, 8 macchine distrutte ma nessun ferito e la mente che ritorna a quella mattina del 4 marzo 2013, quando a crollare è un’intera ala di uno dei palazzi più belli della Riviera di Chiaia: Palazzo Guevara.
“Non c’è nessuna correlazione tra quello che è successo a via Croce Rossa e quello che è successo alla Riviera di Chiaia – dichiara Bruno Palazzo, ordinario di Tecnica delle Costruzioni all’Università di Salerno – Probabilmente si è trattato di un problema legato alle piogge di questo difficile inverno, il cumulo di pioggia di tanti giorni, il muro di contenimento conteneva un terrapieno, i drenaggi per far scendere l’acqua erano otturati e la spinta idrostatica si è aggiunta a quella del terrapieno. Sono cose che succedono quando non si procede alla manutenzione dei vecchi muri tufacei ed all’ispezione dei fori di drenaggio.”
Sono passati due anni dal crollo di Palazzo Guevara, com’è la situazione oggi?
“Due anni fa nell’area della Riviera di Chiaia altezza Arco Mirelli si è verificato un sifonamento:una venuta d’acqua da una falla delle paratie ha trascinato il terreno nella costruenda stazione e prodotto un’erosione sotto l’edificato adiacente e la strada. Non è facile individuare quanto è esteso l’allentamento del terreno e la erosione. Adesso si stanno iniettando i terreni per il consolidamento. Questo non significa che sia tutto in ordine: proprio sotto l’Arco Mirelli abbiamo il collettore fognario che porta l’acqua dal Vomero, sotto il quale sono in corso iniezioni per assicurare il letto di posa.. I lavori della metropolitana, i lavori per deviare la fogna, la realizzazione del vecchio collettore hanno reso quell’area particolarmente tormentata. Dobbiamo dire che da quando c’è l’Assessore Calabrese qualcosa è cambiato nella gestione dell’emergenza, tanto che possiamo dire che è in via di superamento.”
Nel sottosuolo, quindi, i lavori di consolidamento vanno avanti, ma il palazzo è rimasto così da quando è crollato
“Non c’è ancora accordo tra condominio ed impresa su che cosa e come si deve fare e chi deve pagare. Sono due anni che i proprietari non entrano in casa loro, aspettano con ansia. In realtà c’è ancora incertezza, si dovrebbe chiedere all’Ansaldo cosa ha intenzione di fare. Non dimentichiamo che all’inizio il Comune ha gestito la situazione come se la colpa fosse dei condomini chiamati a provvedere ai danni. Ci fu una sbagliata attribuzione delle colpe, fu il Tar a dare ragione ai condomini e non al Comune. Comunque la perizia dei consulenti della Procura ha accertato i fatti; adesso bisogna capire come si quantificheranno i danni diretti ma anche indiretti, quelli legati alle sofferenze dei residenti e alla non fruizione dei loro beni. Una cosa è certa l’incidente del 4 marzo ha provocato il crollo e dissesti diffusi; l’edificio a fianco all’Arco Mirelli ha subito una rotazione con spostamento di 7 cm. Poi c’è il problema della strada, vi è giustamente molta cautela nel ripristinare la circolazione dei mezzi pesanti lungo la Riviera di Chiaia, il terreno all’altezza dell’Arco Mirelli è fortemente allentato e si deve capire quanto ciò può comportare un’amplificazione delle vibrazioni prodotte dal traffico sugli edifici: bisognerà vedere come risponderanno alle vibrazioni”.
I tempi quindi sono lunghi e i lavori della metropolitana potrebbero causare altri danni?
“L’area sicuramente è ancora molto sconvolta e la metropolitana non ha ancora esaurito le sue lavorazioni: si deve completare l’impermeabilizzazione dall’interno, realizzare le discenderie, etc. Adesso si lavora con maggiore prudenza: l’assessore Calabrese sta facendo un ottimo lavoro e con grande attenzione sta cercando di uscire dalla crisi.”