Alla fine degli anni Ottanta la Lega Nord prima si era intestata una Padania inesistente, che predicava la secessione dall`Italia per non avere più niente a che fare con la cosiddetta «Terronia». C’era una radio del Novarese chiedeva il trasferimento di tutti i capistazione meridionali in servizio al Nord perché avrebbero potuto ritardare o deviare i treni della Padania. Un`associazione di «sudisti» residenti a Milano, per documentare l`ostilità nei loro riguardi, attivò una segreteria telefonica che in breve diventò l`enciclopedia dei più volgari e irripetibili epiteti contro i terroni, perlopiù mafiosi e magnaccia sul versante maschile, vacche costantemente in calore sul versante femminile. Da non dimenticare il «Forza Vesuvio» apparso sugli spalti dello stadio di Verona, che ospitava il Napoli. All`incitamento ferocemente razzista i napoletani risposero con un «Giulietta è una zoccola» quando i veronesi ricambiarono la visita al San Paolo. L`stilità del Nord verso il Sud è un pregiudizio antico, nato con un`unificazione-aggressione spacciata per missione voluta dalla storia, ma proseguita nei successivi 150 anni con l`incoraggiamento di differenze e discriminazioni. Camillo Prampolini, che fu padre del socialismo riformista, ancora agli albori del Novecento, sosteneva sprezzantemente che «l`Italia si divide in nordici e sudici», bollando i meridionali come brutti sporchi e cattivi. Quando il generale Enrico Cialdini sbarcò a Napoli nel 1863 per organizzare la lottaal cosiddetto brigantaggio, scrisse a Cavour: «Questa è Africa. In confronto ai napoletani i beduini sono latte e miele».
Se ora la Lega cerca spazio al Sud è perché c’è un vuoto oggettivo della politica nel Mezzogiorno – scrive Riccardo Scarpa su Italia Oggi – “La Lega che con Salvini si rivolge oggi al Sud, certamente non risolverà una questione che, bisogna riconoscerlo, una politica malata ha incoraggiato, evitando che i meridionali si emancipassero dalla logica dell`assistenzialismo clientelare cresciuto all`ombra del grande debito di Stato. Ma che la Lega incomincia trovare, dopo trent`anni di distacco e contumelie contro i terroni, una certa udienza nel Mezzogiorno, se è segno di un`evoluzione comunque da seguire, è anche conseguenza del silenzio che il governo Renzi continua a osservare nei confronti del meridione e della sua ultracentocinquantenaria questione, sempre attuale, mai risolta. L`unica occasione in cui il governo Renzi si è interessato del Sud è stata con il varo della legge Delrio per il risanamento idrogeologico dell`Italia. È bene che i meridionali sappiano che se davvero il territorio nazionale sarà messo in sicurezza, ciò sarà possibile grazie all`impiego di 9 miliardi di euro interamente sottratti ai fondi strutturali per il Mezzogiorno, che entro il 2018 sarà ulteriormente impoverito di altri 8 miliardi di euro, ovviamente sottratti al suo mai realizzato riscatto. Tutto ciò nel quasi generale silenzio dei politici meridionali.
Se Salvini cerca di riempire questo silenzio e a Palermo, come a Napoli o Bari, insieme al lancio di uova marce e ortaggi, trova gente disposta ad ascoltarlo, qualcuno dovrebbe farsi delle domande. E cercare possibilmente di darsi delle risposte.