Meglio evitare di far scendere in campo i parlamentari in carica per scongiurare il rischio che le urne del 25 maggio – dove si voterà con un sistema che prevede le preferenze – si trasformino in primarie per la leadership del futuro. Silvio Berlusconi ancora non ha compilato le liste per le Europee, ma l’idea di “rottamare” l’intera classe dirigente si fa sempre più concreta.
Cosa che ovviamente non piace ai big del partito che si sentono messi da parte. Raffaele Fitto, Claudio Scajola ed altri continuano a premere per entrare in lista.
Rischio scissione – Ieri, rivela Paolo Emilio Russo su Libero. per la prima volta c’è stato chi ha minacciato in pubblico ciò di cui si discute da giorni in privato, ventilando la possibilità che si proceda a scissioni soft attraverso la creazione di partiti regionali. A Napoli, per esempio, è già attiva Forza Campania. “Se non ci sarà una conciliazione e Nicola Cosentino non sarà in lista presenteremo le liste già alle Amministrative”, annunciava il senatore Vincenzo D’Anna. Il fedelissimo dell’ex sottoseretario ha affidato al Corriere del Mezzogiorno la sua profezia: “Se non candideranno Raffaele Fitto in Puglia, se terranno ai margini Pino Galati in Calabria e Saverio Romano in Sicilia, è naturale che il partito subirà un travaso”.
Con la “secessione” del Sud, il vessillo berlusconiano rischierebbe di scendere sotto al 20%, finendo superato da Beppe Grillo e il Cavaliere questo non può permetterselo. Il summit coi figli – Anche di questo pericolo l’ex premier ha voluto parlare ieri con i figli, riuniti ad Arcore nel giorno – il lunedì – tradizionalmente dedicato ai sondaggi e ai vertici del suo gruppo imprenditoriale. C’erano Marina, Pier Silvio e Barbara. Il capofamiglia, che valuta da tempo l’ipotesi che uno degli eredi si dedichi alla politica, aveva anche fatto testare il loro possibile appeal dalla sondaggista di fiducia, Alessandra Ghisleri. Nessuna decisione però è stata presa, nonostante la compagna del Cavaliere Francesca Pascale continui a chiedere a Marina il “sacrificio”.
Su una cosa famigliari e stretti collaboratori dell’ex premier si sono trovati d’accordo: “Silvio, non puoi lasciarti sfilare il partito in questo modo”. E’ così che, insieme al suo consigliere Giovanni Toti, il proprietario di casa ha preso carta e penna e diffuso da Arcore una dichiarazione dai toni duri. Letta la nota, tra gli azzurri è sceso il gelo. Raccontano, rivela l’articolo di Russo, sia stato Verdini a suggerire l’accelerazione inattesa arrivata di là a due ore. Quando erano quasi le 21, infatti, un’altra nota comunicava la nomina del Comitato di presidenza, i nomi dei trenta nuovi capi di Forza Italia.