Trent’anni di carcere. È la pena illitta ad Angelo Di Meo, 44 anni, di Cerignola (Foggia) unico imputato e reo confesso di aver ucciso l’ex moglie, Nunzia Compierchio, 41 anni, con 5 colpi di pistola il 5 luglio 2020. Il femminicidio avvenne nell’abitazione della donna, in cui erano presenti i due f‌igli minori. La Corte d’Assise di Foggia, di fronte alla quale si è svolto il processo, ha riconosciuto i futili motivi contestati dalla procura e riconducibili a una lite scaturita dopo una richiesta di denaro, ma ha escluso l’ulteriore aggravante costituita dalla premeditazione. La Corte, inoltre, ha riconosciuto un vizio parziale di mente all’imputato, così com’era stato accertato da una perizia svolta nella fase delle indagini e per questo ha disposto il ricovero del 44enne, per un periodo di tre anni, in una struttura sanitaria per persone affette da disturbi mentali. I giudici, inf‌ine, hanno riconosciuto una provvisionale di centomila euro per i familiari della donna che si sono costituiti parte civile. «Il processo è stato def‌inito in tempi rapidi essendoci stata la confessione dell’imputato e la Corte ha accolto la richiesta avanzata dal pubblico ministero», ha spiegato a LaPresse il penalista Quarticelli.