Movimentazioni del conto corrente, saldi d’inizio e fine d’anno, giacenza media, depositi, investimenti. Dati sull’utilizzo delle carte di credito e sui bancomat. Perfino il numero di accessi alle cassette di sicurezza. Tutte queste informazioni sui clienti, relative al 2015, dovranno essere trasmesse entro domani dalle banche, dalle poste e dagli altri operatori finanziari all’Agenzia delle Entrate, che le utilizzerà «per le analisi del rischio di evasione». Potrà cioè incrociarli con i dati sui redditi dichiarati per verificare le posizioni sospette. Va a regime domani l’anagrafe dei rapporti finanziari istituita con il decreto Salva Italia nel 2011. Si tratta di una mole enorme di informazioni. Sulla carta un grande fratello fiscale. Che, se ben usato, potrebbe aiutare la lotta all’evasione fiscale che ogni anno sottrae alle casse pubbliche 120 miliardi di euro.
Vale il doppio delle tasse locali su abitazione principale e terreni abolite dalla manovra, ma non riesce a sfondare nel dibattito politico. Fatto sta che la tassa rifiuti sfiora ormai quota 9 miliardi, nell’ultimo anno ha visto crescere i propri incassi del 9,6% e promette nuovi ritocchi anche quest’anno, perché è l’unica a sfuggire al congelamento deciso dalla legge di stabilità per le altre voci del fisco locale. Appena prima della pausa di Pasqua, in realtà, il sospetto di un’eccessiva “vivacità” della tassa rifiuti si era affacciato anche in Parlamento, con un’interrogazione a cui il viceministro dell’Economia Enrico Morando ha risposto prospettando la possibilità di un «tavolo di confronto», aperto anche ai contribuenti, per fissare i nuovi parametri di costo.