Federico LascoFederico Lasco
Federico Lasco
Federico Lasco

“Una grande opera di bonifica e valorizzazione delle aree industriali, che sia il presupposto di un importante effetto cantiere e di un rilancio del manifacturing italiano”. E’ la proposta di Federico Lasco, economista e dirigente del Ministero dello Sviluppo economico. Laureato alla Bocconi, dottore di ricerca in Economia Politica all’Università di Siena, ha perfezionando gli studi di economia allo University College di Londra e, negli Stati Uniti, alla JFK School of Government della Harvard University. Dal 2000 al 2005 si è occupato di politiche di sviluppo e programmazione negoziata. Poi, dopo un biennio come dirigente di Invitalia, dirige il Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione Economica del Ministero dello Sviluppo Economico. Il Sudonline lo ha intervistato.

Dottor Lasco, da tempo lei ha proposto un Fondo per il rilancio delle aree industriali. Ce ne vuole parlare?

Sì, l’idea è quella di costituire un fondo immobiliare sul quale convogliare, oltre a risorse pubbliche, i conferimenti immobiliari degli attuali proprietari, nonché gli eventuali oneri di bonifica a loro carico, e le risorse di investitori privati e istituzionali.

Sarebbe l’occasione anche per rivedere le destinazioni d’uso?

Certamente. E quelle dismesse verrebbero ridestinate ad uso abitativo, a verde o a servizi.

Quali sarebbero i compiti del Fondo?

Individuare le aree, elaborare i piani di caratterizzazione e bonifica e i progetti di trasformazione, la gestione delle procedure di bonifica e l’individuazione dei soggetti attuatori degli interventi. Le risorse finanzierebbero le operazioni di bonifica, riqualificazione e sviluppo immobiliare, il collocamento delle aree. E le tariffe sui servizi gestiti remunererebbero il capitale del fondo.

Con un meccanismo del genere, le risorse iniziali di alcuni miliardi di euro potrebbero rappresentare un volano sufficiente?

Sì, con 10 miliardi di risorse iniziali stimo che si possono attivare risorse per almeno 200 miliardi di euro complessivi. E’ un valore approssimativo stimabile in base al leverage di operazioni similari e alla dinamica delle rendite immobiliari attivata dagli interventi di riqualificazione e dai cambi di destinazione d’uso.

Sarebbe un imponente intervento di politica industriale e ambientale, forse il più importante dell’ultimo cinquantennio.

Soprattutto consentirebbe di mobilitare risorse pubbliche e private verso un disegno di sviluppo sostenibile di lungo periodo. Senza calcolare che il tutto attiverebbe in meno di due anni in imponente effetto di cantiere.