C’era una volta Emilio Fido. Poi arrivò Lele Mora e rovinò l’idillio con l’amico Silvio: ora ci si mettono pure un personal trainer dal telefonino traditore e le Procure di Monza e Palermo a compromettere definitivamente un rapporto un tempo solidissimo. In mezzo – scrive Riccardo Arena su LA STAMPA – ci stanno Marcello Dell’Utri, che Emilio Fede – già accusato, nel 2011, di avere truffato Berlusconi ai tempi del Rubygate, trattenendo una parte del ‘prestito’ che l’ex premier aveva fatto a Mora – indica a sua volta come titolare di un potere di ricatto enorme nei confronti dell’ex Cavaliere e capace di fare la cresta persino sulle candidature alle elezioni, vittima l’imprenditore Alberto Samorì, poi candidatosi con un proprio movimento. Nel racconto ‘rubato’ nel luglio 2012 dall’allenatore, Gaetano Ferri, Fede parla anche di un altro personaggio rimasto sempre sullo sfondo di tutti i presunti intrecci tra Arcore e la mafia: Vittorio Mangano, il famoso stalliere che proprio Dell’Utri ha più volte definito un eroe per non avere parlato di lui e di Berlusconi. Il leader del centrodestra voleva che per questo fosse assicurato sostegno alla famiglia di Mangano, morto nel 2000. Il giornalista ha poi confermato tutto ai pm di Palermo, andati ad interrogarlo: ‘Ma sono cose che tutti sanno – ha precisato ieri l’ex direttore del Tg4 – cose che hanno scritto i giornali’. Arriva da Monza l’ultima novità nel processo sulla trattativa Stato-mafia, in cui il pool coordinato da Vittorio Teresi e composto da Nino Di Matteo, Roberto Tartaglia e Francesco Del Bene deposita altro materiale, consegnato da Ferri (che Fede definisce ‘un calunniatore e un ricattatore, da me denunciato’) ai pm lombardi. Da Monza le carte, in maggio, sono arrivate a Palermo, dove Dell’Utri è fra gli imputati nel dibattimento trattativa. Nonostante il silenzio dell’eroico stalliere, l’ex senatore del Pdl sta oggi scontando la condanna a sette anni per mafia: ‘Ma a Marcello – diceva Fede, nella conversazione registrata di nascosto da Ferri – fanno riferimento 70 conti esteri’. Perché tutti questi soldi? La risposta è ancora nelle parole ‘catturate’ dal cellulare dell’allenatore durante la seduta del luglio di due anni fa: ‘Guarda a Berlusconi cosa gli sta mangiando. Perché lui è l’unico che sa…’. Da Fede, Dell’Utri viene indicato come un professionista dell’imbroglio: ‘A Samorì, che voleva passare con Berlusconi, io avevo dato una mano – dice sempre il giornalista nella registrazione – poi è intervenuto Dell’Utri e gli faccio, ‘rivolgiti a Dell’Utri, ma stai attento perché lui è un magna magna’’. Mi ha detto poi Samorì: ‘Cazzo se non avevi ragione… gli ho chiesto mettimi in lista e mi ha chiesto 10 milioni di euro’’. Dell’Utri era però un intoccabile, perché l’ex premier voleva ‘risparmiarsi l’arresto, per non farsi arrestare… Ho conosciuto segreti di tutti e due e con i segreti che so non me ne approfitto’, chiosa ancora Fede. Quali segreti? Si parte da Mangano, ‘messo ad Arcore attraverso Marcello’. Ci sono tratti incomprensibili, ma in cui si percepiscono parole significative: ‘La vera storia della vicenda Berlusconi, mafia, mafia… soldi, mafia, soldi… Berlusconi. Dell’Utri era praticamente quello che investiva… E chi può parlare? Solo Dell’Utri’. Il giornalista riporta un dialogo tra Silvio e Marcello: ‘‘Hai fatto?’. ‘Sì, sì… gli ho inviato un messaggio… gli ho detto a Mangano: sempre pronto per prendere un caffè’. Era un messaggio per rassicurare lui, su certe cose che non so’.