“L’idea di sviluppo che ci aspetta è diverso da quello che abbiamo lasciato all’inizio della pandemia. Non risaliremo la strada percorsa in discesa, ma percorreremo una traiettoria diversa per arrivare a un punto diverso da quello lasciato. Reagire alla prospettiva di recessione è possibile sel’innovazione assumerà un ruolo ancora più decisivo e la spinta verso Industria 4.0 sarà di molto aumentata, con incentivi alle imprese per la riprogettazione dei processi e delle linee produttive”. Intervistato da ilsudonline in margine alla visita che il sottosegretario allo Sviluppo economico Gian Paolo Manzella ha effettuato venerdì 3 luglio presso alcune fra le più importanti eccellenze del settore aerospaziale regionale, Luigi Carrino insiste su un punto: “I progetti di ricerca e innovazione – rimarca con forza – dovranno essere fortemente sostenuti, come ha fatto la Germania, durante la crisi economica degli scorsi anni, e bisognerà investire moltissimo sulle nuove competenze del capitale umano”. Lo fa come ordinario di “Tecnologie e Sistemi di Lavorazione” alla Facoltà di Ingegneria. Lo fa in qualità di direttore del Dipartimento di Ingegneria Chimica, dei Materiali e della Produzione Industriale della dell’Università di Napoli Federico II. Ma soprattutto in qualità di presidente del Distretto aerospaziale campano: 160 imprese, 22 delle quali di grandi dimensioni, 18 tra Centri di ricerca (tra cui CIRA, CNR, ENEA, Inaf) e 5 Università campane con corsi di ingegneria.
Presidente, il sottosegretario Manzella ha fatto visita all’aerospazio della Campania. Uno dei settori più innovativi dal punto di vista industriale e più internazionalizzati sul versante dei mercati globali. Un biglietto da visita aderente con la realtà?
Il comparto dell’Aerospazio campano è rimarchevole. Esprime un fatturato in esportazione che raggiunge 1.147 milioni e in cui sono occupati quasi 8000 addetti pari al 22,3% del totale Italia.
E qual è il ruolo del Distretto in questo contesto?
Perseguire il modello industriale a “rete”, dovetutti gli “snodi” si misurano con le sfide della progettazione di soluzioni competitive e tecnologicamente innovative proponendole su un mercato nazionale e internazionale.Il punto gravitazionale di questa eccellenza è la elaborazione di uno studio di fattibilità di undici programmi strategici di settore, approvato dal Miur con il massimo punteggio.
Programmi che in totale prevedono un investimento di…?
Parliamo di 145 mln di euro da sviluppare nell’arco di tre anni. Senza calcolare l’effetto di traino di investimenti privati che si uniscono alle risorse europee e del Miur si uniscono come finanziamenti aggiuntivi.
Può fare un esempio di un progetto a cui tiene di più.
In corso di realizzazione c’è un nuovo Atr per trasporti regionali con integrate tecnologie dei grandi aerei.Altro fiore all’occhiello, direi,sono i micro e nano satelliti di classe avanzata.
Con i satelliti si possono limitare gli effetti della siccitào riparare ad esempio le perdite di una rete idrica, non è così?
Ormai i satelliti sono come angeli custodi del genere umano, ad altissima tecnologia. Consentono di monitorare lo stato di salute delle nostre infrastrutture, non solo strade e ponti, ma anche edifici e cantieri. Permettono di prevenire le catastrofi, producendo mappe delle aree colpite pre e post eventi, fornendo indicazioni cruciali ai soccorritori. E magari documentare dall’alto gli abusi edilizi e contribuire alla tutela dell’ambiente. Oggi l’obiettivo della comunità scientifica e industriale è contenerne la dimensione.
Per cogliere quali vantaggi?
La possibilità dell’utilizzo di piattaforme aeree per il loro lancio e l’incremento del numero di lanci possibili, affrancandosi dalla necessità di complesse infrastrutture basate a terra.Con una significativa riduzione dei costi di lancio.
La presenza di importanti imprese dell’aviazione commerciale e generale, della manutenzione e della logistica aeronautica, fa dell’aerospazio un comparto trainante dell’industria tecnologica regionale. Di cosa ha bisogno l’aerospazio campano per diventare ancora più competitivo?
Mettere a disposizione dell’industria aerospaziale adeguate infrastrutture aeroportuali. Da tempo sono in campo proposte in questo senso, relative all’aeroporto di Capua e al possibile utilizzo duale dell’aeroporto di Grazzanise. Ma finora sono rimaste esercitazioni teoriche e nessun concreto passo in avanti è stato registrato nonostante gli incoraggianti incontri preliminari con gli alti vertici del Ministero della Difesa e dell’Aeronautica, cui va riconosciuta una disponibilità notevolissima, e le analoghe iniziative condotte con i diversi portatori di interesse per l’aeroporto di Capua. Ad oggi non esiste un piano che preveda l’integrazione delle infrastrutture aeroportuali destinabili al settore con i porti e la rete ferroviaria della Campania. Invece questa opportunità, resa concreta, potrebbe fornire un tassello fondamentale per completare una rete del settore già forte nella ricerca e nelle produzioni.