Di Concetta Colucci
Fascino d’oriente nella mostra Internazionale dell’Esercito di Terracotta, per la prima Italiana tenutasi a Napoli nella Basilica dello Spirito Santo.
170 soldati e poi carri, armi, vasellame per un totale di 300 riproduzioni, tutte diverse l’una dall’altra.
Un esercito creato da mani di artigiani della regione dello Xi’An, per servire metaforicamente l’imperatore cinese Qin Shi Huang (260 a.C. – 210 a.C.) e, per questo motivo, messo all’interno del mausoleo che lo ospita.
Una delle più grandi scoperte del 20° secolo, dichiarata Patrimonio dell’UNESCO, l’Esercito di Terracotta replica l’armata che aveva partecipato alla unificazione della Cina con un grande impatto visivo per il numero di esemplari rappresentati: migliaia di statue, rimaste sepolte per circa 2000 anni, dapprima costruite in gruppi, poi modellate col fuoco ed infine riunite per essere dipinte.
Impatto visivo e poetico è anche a Napoli, soprattutto per il luogo dove la città ha scelto di ospitare la mostra: la Basilica dello Spirito Santo, un’area di circa 1.800 metri quadrati, un luogo suggestivo dove la cultura occidentale accoglie e incontra la Cina di 2.200 anni fa.
Il monumentale luogo di culto, una basilica fondata nel 1500, si trova in via Toledo, che attualmente è la via dello shopping napoletano, da una strada festosa, colorata e rumorosa si accede all’area sacra che a sua volta regala un inatteso contatto con un “altro mondo”. La spettacolarità delle statue è esaltata anche da un’installazione luminosa con inserti audiovisivi, creata per la mostra. Videoproiezioni su schermi giganti, audioguide e una zona interattiva contribuiscono a far immergere il visitatore in un’atmosfera unica.
La Basilica dello Spirito Santo, l’emblema della spiritualità cattolica, richiama simbolicamente la sacralità del Mausoleo, trovando un punto di incontro, nella cura che, sia l’Oriente che l’Occidente, hanno nell’accompagnare il defunto nell’aldilà.
L’esercito di Terracotta, nella necropoli, aveva proprio la funzione di protezione del defunto, caro ad un intero popolo e, allo stesso modo, il culto dei defunti, in tutto il Meridione, veglia e accompagna il defunto nel viaggio verso l’aldilà e ne cura il ricordo.
Da decenni è ormai noto il legame fra Napoli e la Cina, è una reciproca curiosità culturale riconosciuta grazie all’Università degli Studi “L’Orientale” e che prosegue con le numerose iniziative organizzate dall’Istituto Confucio della stessa Università.
La mostra è curata da Fabio Di Gioia, già promotore, produttore e curatore in Italia di grandi esposizioni internazionali: “BODY WORLDS – Il vero mondo del corpo umano” – ospitata a Napoli, e a Roma “Van Gogh Alive – The Experience”, “The Art Of The Brick” e “Imperdibile Marilyn”.
E’ proprio Fabio Di Gioia ad esprimere soddisfazione nella scelta della città di Napoli per ospitare la mostra dell’Esercito di Terracotta e il Primo Imperatore. “Nelle nostre intenzioni, la mostra che apre i battenti a Napoli è anche un’occasione importante per collegare e stimolare l’attività di Istituzioni ed eccellenze culturali e del territorio e del bacino regionale.”
Nella città partenopea si registra, infatti, una vivacità testimoniata dal susseguirsi di eventi, aperture di nuovi musei, importanti mostre attivate presso musei storici, che richiamano l’attenzione e l’interesse non solo dei napoletani, ma anche di un turismo alla ricerca di scoperte nuove.
La mostra, in prima nazionale dal 24 ottobre, resterà aperta fino al 28 gennaio.
Basilica dello Spirito Santo, in via Toledo 402, Napoli.