B S Aliberti Borromeo
Ritorna dopo un periodo di pausa, Fabrizio Avena con una mostra personale a Ferrara dal prossimo 7 marzo. L’artista palermitano, che da tempo vive a Verona, esporrà le sue splendide opere ad una mostra in occasione, e non a caso, della festa della donna.
Figure eteree, evanescenti, ammantate di mistero, donne ritratte senza volto colte in atteggiamenti quotidiani, semplici che esprimono fascino, sensualità nella casualità dei gesti comuni.
Artista eclettico e versatile, Avena vuole, con la sua arte, esaltare con la leggerezza della tecnica del “velato”, la femminilità attraverso l’irruzione di una modernità artistica sia prefiguratrice di morte sia celebratrice di un vitalismo tutto proteso verso nuove conquiste e nuovi miti.
Accanto alla sua icona “Libera”,appaiono opere appartenenti all’universo del simbolismo artistico che uniscono l’interpretazione alla libertà visionaria e utopistica dell’ideale, tensioni ininterrotte tra le trasposizioni artistiche del tutto esclusive, misteriose: si tratta di rappresentazioni vere, reali, oniriche e a suo tempo drammatiche sommesse dalla genialità artistica e da quel pizzico di follia che lo contraddistingue. Donne che possono essere angeli e allo stesso tempo demoni, raffigurate in un linguaggio unico per raccontare i forti turbamenti dell’anima, donne artefici di vitalismi sfrenati e ambigui o eterei straniamenti; incubi e sogni nella quale si affiancano, tra conscio e inconscio, visioni della vita contrapposte tra giochi di luce e buio.
L’esposizione non appare una narrazione sistematica della celebrazione alla bellezza femminile: tutt’altro. Attorno a queste impareggiabili figure di perfezione femminile ed evanescente si apre il mondo delle donne attuali: angeli di un destino di luce contrapposte alle gelide e sulfuree tenebre che circondano la quotidianità in una perfetta dicotomia di luci ed ombre. Ogni opera dell’Avena è soprattutto un’avventura della mente, una sinfonia che inevitabilmente si contrappunta alla potenza espressiva di Wagner alle dolci note dell’amore coniugale del Fidelio di Beethoven.