Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, dall’Eurosummit di Bruxelles, ribadisce: il governo sta «elaborando un contropiano industriale» che è «pressoché messo a punto, e il numero degli esuberi — dice — è distantissimo da quello preannunciato» da ArcelorMittal. Una dichiarazione che vuole essere tranquillizzante, ma che per i sindacati è «allarmante», dice il leader della Uilm Rocco Palombella, perché «siamo passati dall’impegno del premier che confermava l’attuale piano industriale con zero esuberi, firmato un anno fa e che ha avuto il 93% del consenso dei lavoratori, a un nuovo progetto, di cui non conosciamo i contenuti se non generici, che non esclude esuberi ma solamente in un numero minore rispetto a quanto prospettato dall’azienda. Non firmeremo mai accordi che prevedono esuberi». Resta il fatto che per il premier il progetto su cui lavora l’Esecutivo «è una proposta più ambiziosa», «molto innovativa sul piano tecnologico e anche più incisiva sul risanamento ambientale», con «un approvvigionamento misto sul piano energetico per poi procedere spediti verso soluzioni ancora più pulite e innovative». Ci sarà un coinvolgimento pubblico, per «far diventare un gioiello» l’acciaieria di Taranto e «stupire il mondo». Conclude Conte: «Sono convinto della solidità della nostra proposta, una solidità tale da persuadere i nostri interlocutori a farsi coinvolgere con ancora più entusiasmo in questo progetto industriale». Oggi, a quattro anni e mezzo dall’incidente sul lavoro che costò la vita all’operaio Alessandro Morricella, inizia il (lento e lungo) processo di spegnimento dell’Altoforno 2 dello stabilimento siderurgico di Taranto. E la graduale chiusura dell’altoforno 2 su ordine del giudice Francesco Maccagnano, complica ulteriormente le cose, visto che la multinazionale ha annunciato la cassa integrazione straordinaria per 3.500 dipendenti che, sommati ai 1900 in Cigs a zero ore dell’amministrazione straordinaria, si traduce nel ricorso ad ammortizzatori sociali per 5.400 lavoratori, per un periodo di tempo ancora da definire. Intanto stamattina il custode giudiziario dell’area a caldo, Barbara Valenzano, sarà nel siderurgico ex Ilva per avviare le prime operazioni del cronoprogramma, che è già pronto e si sviluppa sino al 20 gennaio, con una serie di azioni concatenate.