Ammonta mediamente a 91 miliardi l’anno l’importo delle principali imposte evase. La stima del cosiddetto ‘tax gap’ è contenuta nel Rapporto sull’evasione fiscale che il ministro dell’Economia e delle finanze, Pier Carlo Padoan, ha illustrato al Consiglio dei ministri per essere poi presentato in Parlamento. Più interessante è osservare come tale ammontare si ripartisca tra le diverse aree geografiche del Paese. Per i dati più recenti, si osserva che il tax gap ammonta a circa: 47,6 miliardi al nord (pari al 52% del totale, rispettivamente 30 miliardi al nord ovest e 18 al nord est), 24,0 miliardi al centro (26%) e 19,8 miliardi al sud (22%). Tale ripartizione è influenzata anche dalla distribuzione territoriale del reddito nazionale, e, scrive il Mef “a parità di altre condizioni, tende a concentrarsi maggiormente nella aree del nord dove si concentra anche la quota maggiore di valore aggiunto prodotto dal Paese. Il Pil, al netto del settore pubblico, infatti, si distribuisce per il 56% al nord, rispettivamente 33% nord ovest e 23% nord est. Le aree geografiche non hanno contribuito in modo omogeneo alla variazione del gap, infatti, al nord ovest si è registrata la contrazione maggiore (-11,6%) associata ad una decrescita del sud (-5,7 %). A queste si contrappone una crescita sia nel nord – est sia nel centro (rispettivamente +8,4% e +7,0 %)”.

SOMMERSO – A livello nazionale, secondo l’Istat, l’entità del valore aggiunto attribuibile ad attività sommersa è stimata, per il 2008, in una “forbice” compresa tra 255 e 275 miliardi di euro, rispettivamente pari al 16,3% e al 17,5% del prodotto interno lordo nazionale. Una recente pubblicazione della Banca d’Italia ha quantificato (con riferimento al quadriennio 2005 – 2008) l’economia “non osservata” in Italia per un valore corrispondente al 27,4% del Pil nazionale. In particolare, l’incidenza media dell’economia sommersa ammonterebbe al 16,5%, mentre il restante 10,9%, invece, rappresenterebbe il “peso” di quella illegale. I dati riferiti al solo 2008 sono ancora più preoccupanti: l’economia ‘non osservata’ totale si attesterebbe, infatti, al 31,1% (il 18,5% relativo all’economia sommersa ed il 12,6% legato alle attività criminali). L’Agenzia delle Entrate ha nel tempo affinato le metodologie che consentono di stimare il tax gap dell’Iva e dell’Irap. Per il triennio 2007 – 2009 il tax gap medio su base annua è stimato in 38.269 milioni di euro per l’Iva (pari a 2,5% del Pil) e in 8.342 milioni di euro per l’Irap (pari allo 0,5% del Pil).

RECUPERO 2013 – Nel 2013 l’attività di recupero dell’evasione ha comportato riscossioni per complessivi 13,1 miliardi di euro, migliorando il risultato del 2012, nonostante vi sia stata una leggera flessione della riscossione coattiva. Il dato comprende sia le riscossioni di tributi erariali che quelle riferite a tributi non erariali. Le entrate da ruoli sono state pari a 3,9 miliardi di euro, inferiori di circa il 7% rispetto al corrispondente dato del 2012, mentre i versamenti diretti sono risultati in netto aumento, sia in termini assoluti (circa 1 miliardo) che relativi (11% circa) . Inoltre, confrontando il primo quadrimestre del 201 3 con quello del 2014, si registra un aumento del 2,9 % delle riscossioni complessive. Considerando un arco temporale più lungo, le riscossioni complessive s o no aumentate di circa il 90 % dal 2008 al 2013 : nel 2009 le riscossioni complessive erano state pari a 9,1 miliardi di euro mentre nel 2013 ammonta va no a 13,1 miliardi di euro. L’attività di contrasto all’evasione svolta nel 2013 dall’Agenzia delle Entrate ha conseguito una maggiore imposta complessivamente accertata di 24,8 miliardi di euro a fronte di un numero totale di accertamenti pari a 713.313.