Per chi suona la Campania? Il voto nelle cinque province della regione è appena terminato e all’interno dei partiti si fanno i conti. La battaglia per le preferenze ha disegnato la nuova geografia interna alle principali forze politiche. E in Campania non mancano sorprese, amarezze, delusioni e festeggiamenti.
Vediamo chi, al di là delle dichiarazioni ufficiali, può cantare vittoria e chi, invece, avrà bisogno di un po’ di quel Maalox di cui Beppe Grillo è diventato testimonial nazionale. A Piazza Bovio, quartier generale di Forza Italia in Campania, ride solo Fulvio Martusciello. Il candidato del “partito” stravince la sfida nella sua regione e guadagna praticamente solo qui gli 80mila voti che gli consentono l’elezione a Bruxelles insieme a Raffaele Fitto, Barbara Matera e Aldo Patriciello. Ma non si lamenta nemmeno Raffaele Fitto: nonostante la guerra totale dei dirigenti campani, il leader pugliese ottiene anche qui un buon risultato, sfiorando le 50mila preferenze che sommate alle 183mila raggranellate nella “sua” Puglia e a quelli raccolti nelle altre regioni della circoscrizione lo proiettano al vertice nazionale per voti personali.
Delusi i primi dei non eletti, europarlamentari uscenti ed entrambi campani: Clemente Mastella e Enzo Rivellini. Maluccio il candidato del governatore Stefano Caldoro: Alessandro Cecchi Paone supera di poco i 9mila voti. Il coordinatore regionale Mimmo De Siano esulta per il primato campano (qui Forza Italia raggiunge la sua percentuale migliore con il 23,9%) ma in realtà i grattacapi per lui, ma soprattutto per i suoi “scudieri” Luigi e Armando Cesaro, iniziano adesso.
Raffaele Fitto è pronto a scatenare una battaglia non solo a livello nazionale, ma anche sui coordinamenti regionali al Sud. E De Siano e i Cesaro ora non potranno contare sul sostegno di tutti che si sono sentiti danneggiati dalla campagna elettorale condotta tutta ed esclusivamente in favore di Martusciello e Matera. Per Martusciello si parla già di una candidatura a governatore, la corsa alla successione di Caldoro è aperta.
Dall’altra parte della barricata, il Pd campano è alla resa dei conti. Il voto di ieri mette in grandissima agitazione la segretaria regionale Assunta Tartaglione, espressione dell’area “renziana ex dc” del partito. Un’area che in queste ore è alle prese con la sorpresa negativa del giorno. Giosi Ferrandino, sindaco di Ischia e candidato “forte” dell’area ex Dc, chiude al settimo posto in lista ed è con un piede fuori dall’europarlamento. Il sito del Ministero dell’Interno, che assegna al Partito Democratico 6 seggi nella Circoscrizione Sud, lo condanna all’esclusione anche se i suoi sperano ancora in un miracolo (leggi una diversa ripartizione dei resti per far scattare un seggio in più). I suoi 82mila voti di preferenza non gli bastano, salvo clamorosi imprevisti dell’ultimo minuto, per l’elezione a Bruxelles. E per la triade Salvatore Piccolo – Lello Topo – Vincenzo Cuomo, i grandi elettori di Ferrandino, è tempo di riflettere. Molto, molto meglio se la cava Andrea Cozzolino: con 80mila voti raccolti in Campania, è secondo solo alla capolista Pina Picierno. Cozzolino stravince anche nella provincia di Napoli e (soprattutto) nel capoluogo. Con 10mila preferenze (ma lo scrutinio non è completo) nella città di Napoli è il primo in assoluto del Partito Democratico, e stacca di 4mila voti la Picierno doppiando addirittura il suo “sfidante” interno più agguerrito, quel Massimo Paolucci che conquista il seggio a Bruxelles (forte del sostegno pieno di Massimo D’Alema) ma resta indietro in Campania. Una vittoria, quella di Cozzolino a Napoli, che rappresenta la più clamorosa rivincita su quello che accadde alle primarie del 2011, quando la sua vittoria alle primarie per il candidato a sindaco fu messa da parte dopo mille polemiche. Può gioire anche Nicola Caputo, vera “sorpresa” in positivo del Pd campano. Bene anche Pina Picierno, che nonostante una campagna elettorale tutta in salita in Campania supera il muro dei 100mila voti. Curiosità: Paolo Romano, candidato del Ncd finito agli arresti domiciliari pochi giorni prima del voto, incassa 11mila preferenze nonostante il “ritiro” dalla lista. Ritiro tutto politico: i voti sono validi.
fonte: il Velino