Una cosa è certa: non ci sono solo candidati impresentabili, ma anche manifesti elettorali improponibili. Dal nord al sud, dal centro destra, al centro sinistra, passando per grillini, liste civiche e movimenti, quando si tratta dei manifesti elettorali il cattivo gusto è trasversale e non conosce confini e in alcuni casi rispecchia il dilettantismo di chi si lancia allo sbaraglio. Immagini inguardabili, slogan improbabili, addio al rigore di un passato lontanissimo in campagne elettorali che dovrebbero essere più sorprendenti delle precedenti, ma alla fine si ripetono uguali e noiose con gli stessi nomi di sempre e in molti casi gli stessi slogan e dilettanti allo sbaraglio che si illudono di avere un posto al sole con la battuta ad effetto, o, in caso di donne, con le gambe accavallate o la bocca a becco sul manifesto. Sicuramente la palma d’oro per il manifesto elettorale più originale spetta al candidato sindaco di Cerignola, Gerardo Bevilacqua, noto al web per aver menato l’organizzatore di una sua cena elettorale nel corso della serata, la sua lista, voci nuove la voce della città, ha uno slogan tutto in dialetto paesano. Bevilacqua del resto è un tipo sanguigno, un cult è una maglia con la sua figura disegnata e la scritta: io sono un ribbellione.
Programmi? Prima di tutto togliere le tasse comunali. Ma lui è diverso e non lo nasconde: “Sono diverso perché sono un uomo, la mia pelle è una pelle umana- dichiara alla stampa- non è una pelle dura come un coccodrillo”. Strategie per venir notati, quello di porre domande, c’è chi rivendica il diritto ad essere razzisti, in un delirio di parole quasi incomprensibili: è il caso di Mimmo Moramarco, candidato di Fratelli d’Italia ad Altamura. “In un paese civile e democratico tutti devono avere la possibilità di essere razzisti. Perché in Italia solo la sinistra deve essere “razzista” verso gli italiani? E perché chi è contrario viene etichettato come ignorante?” In realtà su twitter a questa cosa il candidato chiedeva una risposta e qualcuno deve avergli risposto visto che dopo un poco Moramarco rilanciava un altro post in cui tentava di giustificare quanto scritto o di dargli un senso diverso da quello percepito: Una mia domanda vedo che ha scatenato l’inferno ! Qualche problemino di punteggiatura e grafica possono creare danni ! Il concetto della domanda voleva essere un altro e “non sono razzista”, confermato anche dal mio status matrimoniale. Ma per non dare adito a nuove “sinistre” interpretazioni, la ripropongo. Ps. comunque non tutti i mali vengono per nuocere: invito a leggere i “civilissimi” commenti di chi dice di non essere razzista. Ed ecco il testo riveduto e corretto: “perché in un paese libero e democratico è consentito a quelli di sinistra di essere razzisti nei confronti degli italiani? E perché chi prende le difese degli italiani viene etichettato come ignorante?”
Accanto a questi due candidati troviamo una Putin in Fratelli d’Italia, il cui slogan è: votare Putin? Ora puoi. Poi c’è il candidato provocatore in Veneto, che da fastidio sia alla Lega che al Pd, Manfro, propone di trasformare Rovigo in Las Rovigos, con tanto di casinò e follie. C’è chi come Agati che oltre a se stesso presenta tutto il suo curriculum. C’è chi chiede di non farsi incantare dalle solite sirene ma di scegliere l’usato sicuro per Moncalieri, il candidato Pd in Puglia che ha fatto la maschera della faccia, poi c’è chi ci tiene a sottolineare che a Siena il Rosso c’è, Lorenzo Rosso da sempre contro la Sinistra. Poi c’è a chi basta stare scosciata su in divanetto dietro a un panorama per dire tutto del suo programma, Stefania La Greca della Lega Sud Ausonia. E infine c’è anche il candidato che si fa il selfie con il cuore della Puglia per sostenere Emiliano. E infine quelli che si potrebbero amare di più e che mi piace definire i mistici, quelli che a volte sconfinano nell’assurdo: noi con Salvini a Palermo, c’è una donna che prega e che dice: “genitore uno che sei nei cieli” Come vorrebbero farti pregare Renzi e Co.
Chi poi usa i proverbi: fa ‘o bene e scuordate, nel bene ho fede. Si tratta di Alberigo Gambino di Fratelli d’Italia, candidato in Campania.
E non manca chi non dimentica l’omaggio agli elettori, dimenticate il pacco di pasta, il normografo, molto in voga quando il tasso di analfabetismo era alto, e dimenticate il paio di scarpe regalate prima e dopo. Se Nino Navas, candidato di Forza Italia al consiglio comunale di Caivan.o, regala un buono per un winner taco, Navas è concessionario della Algida, Imma Orilio, di Forza Italia, candidata alla Regione, promette aria nuova aria pulita e 300 birre Heineken
Insomma lo zoo è vasto e c’è ancora spazio per la creatività, che sia casalinga o meno, ma l’impressione è che proprio su quest’aspetto della campagna elettorale si sia dovuto risparmiare per forza.
Una solo cosa: in qualsiasi modo facciate la vostra campagna elettorale evitate e condannate l’affissione selvaggia, abbiate rispetto per gli spazi pubblici.