Dalla Fondazione Erri De Luca:
Il Tribunale di Erri De Luca:
“Un’aula di Tribunale è il posto dove il cittadino incontra lo Stato. Suddiviso in stanze, sezioni, percorso da corridoi, arredato con celle per imputati già detenuti, il passante ha l’impressione di aggirarsi in una disordinata biblioteca, dove ogni caso da’ titolo a un fascicolo e a una storia.
I capitoli sono assortiti alla rinfusa, al racconto di un furto segue quello di una rissa, di un incidente stradale e, nel caso più interessante, di una truffa. L’abilità di ingannare il prossimo suscita spesso meraviglia, ingrediente necessario all’arte di avvincere. In Tribunale si incontra la narrativa allo stato nascente, con versioni diverse, ognuna delle quali aspira a essere creduta o almeno a essere soppesata, sospendendo l’incredulità.
Alcune storie sono affollate di ascoltatori, seguite da telecamere, altre deserte, alle quali è misteriosamente negato il diritto al pubblico interesse.
Nell’aula ci sono posti assegnati alle parti in causa ma non è scritto nessun cartello di “riservato”, si tratta di consuetudine. I racconti sono narrati in forma di dialogo, uno interroga, l’altro risponde. È uno stile vivace che ricalca il teatro.
Alcuni, detti testimoni, sono tenuti a rappresentare il ricordo di un fatto. Eseguono il compito dopo avere dichiarato a voce alta di affermare il vero, inoltre di non nascondere ciò che sanno. Questa seconda affermazione è molto più impegnativa della prima e in pratica impossibile da ottemperare. Ogni persona tende a nascondere qualcosa. Anzi si può dire addirittura che una persona consista proprio in quello che non dice.
Alla fine del racconto che può durare dei mesi, arriva una conclusione, detta sentenza, che non c’entra nulla con la storia narrata, ma vuole esserne la fine, che deve pure esserci.
Molte persone non sono mai entrate in un Tribunale. È interessante allora ascoltare le loro impressioni, anche se sfavorevoli e non desiderose di una seconda visita.
L’incontro cono lo Stato lascia generalmente perplessi.”