Elezioni regionali, comunali e referendum sul taglio dei parlamentari in autunno. Manca ancora il via libera ufficiale del governo, ma e’ questa la strada che si va delineando, nel pieno dell’emergenza coronavirus e con un Paese di fatto bloccato dalle misure restrittive messe in campo per frenare il diffondersi del contagio. E resta in in piedi l’ipotesi del voto in un’unica giornata, un election day in cui accorpare il referendum costituzionale al primo turno (o ai ballottaggi) delle elezioni locali. La data, sia delle elezioni che della consultazione popolare, non e’ stata decisa e sara’ scelta in accordo con le forze politiche, opposizioni comprese, e enti locali, nonche’ sentiti i comitati referendari, dopo un confronto che, pero’, non rientra al momento tra le priorita’ di palazzo Chigi. Prima, e’ la linea, bisogna affrontare le misure piu’ urgenti, da quelle sanitarie a quelle economiche. Solo dopo, viene spiegato da fonti governative, si ragionera’ con le parti interessate sulla data del rinvio delle urne. Che, comunque, si apriranno non prima del tardo autunno. Tra le ipotesi piu’ probabili, anche per una questione di calendario e di prescrizioni di legge, nonche’ per consentire la campagna elettorale dopo la ripresa delle attivita’ post ferie estive, il periodo piu’ probabile sarebbe il mese di novembre. Tra i partiti si ipotizzano gia’ alcune date: domenica 8 e domenica 22 per il secondo turno dove previsto (o anche domenica 15 e i ballottaggi il 29, o ancora domenica 25 ottobre e domenica 8 novembre per i ballottaggi).