SIMONA D’ALBORA
L’inchiesta Mafia Capitale fa tremare i palazzi all’ombra del Vesuvio, la paura che anche a Napoli si possa scoperchiare un pentolone induce a monitorare il mondo delle cooperative. Nella prossima seduta di consiglio comunale, il consigliere di Sinistra in Movimento ha chiesto di discutere l’istituzione di una commissione d’indagine per la verifica delle procedure sull’affido dei servizi sociali, una richiesta nata dall’esigenza di rispondere in modo trasparente alle illazioni che il centro destra da anni fa contro le cooperative sociali.
“Sono anni che i partiti del centro destra insinuano che tra Comune e cooperative ci siano rapporti e dinamiche poco chiare – dichiara Vittorio Vasquez – quindi, giocando di anticipo abbiamo chiesto la commissione per fare davvero trasparenza nel settore.” Il pensiero dell’inchiesta romana sfiora comunque il consigliere comunale: “Più volte – continua Vasquez – nel corso degli anni ci siamo posti i problemi sulla legalità del movimento cooperativo, soprattutto dopo le vicende romane. Non tutte le cooperative operano legalmente, per questo chiediamo chiarezza. Se si considera poi che i capigruppo al comune di Napoli hanno ricevuto un fax anonimo contro una cooperativa che avrebbe agito in modo illecito nella gestione del personale, si capisce che vogliamo fare chiarezza anche per chi, da tanti anni opera nella legalità come la Gesco e altre cooperative.”
“Si tratterebbe di due cooperative che si occupano di assistenza materiale scolastica – dichiara Sergio D’Angelo, presidente della Gesco, raggiunto telefonicamente – secondo il fax anonimo, avrebbero fatto un aumento surrettizio di dipendenti per favorire il passaggio di cantiere. Siamo felici che il Comune di Napoli istituisca una commissione di indagine, la vicenda di Mafia Capitale ha indotto una parte politica a insinuare il sospetto che le cooperative operassero nell’illegalità, ed è giusto fugare ogni sospetto. Napoli non ha un Buzzi o un Carminati e la Commissione lo proverà. Ma se ci sono state scorrettezze ad esempio nell’attribuzione dei fondi è giusto fare chiarezza per evitare inutili generalizzazioni. Eviterei inutili campagne di delegittimazione e criminalizzazione ed è un bene che scorrettezze siano messe in evidenza per aiutare chi opera correttamente a svolgere il proprio lavoro. Ogni volta che si fa chiarezza siamo felici. Riteniamo che sia un fatto positivo”.