Nel quadro di un ciclo recessivo, dal 2008 al 2012 la perdita di ricchezza netta a Palermo si e’ attestata intorno ai 13 punti percentuali. Inoltre, al 2012, il 25,8% delle famiglie palermitane (circa il doppio della media italiana) si trova in poverta’ relativa, rivelando una crescita di 1,7 punti percentuali rispetto al 2011. Palermo, con 39 punti percentuali di debito familiare in piu’ rispetto al valore medio nazionale, e’ la seconda provincia italiana per livello di gravita’ del fenomeno.
A dirlo sono i dati dell’Osservatorio economico della provincia di Palermo realizzato dalla Camera di Commercio di Palermo in collaborazione con l’Istituto Tagliacarne di Roma e presentati oggi. Secondo il rapporto, “cio’ ha generato costi sociali, ambientali e da congestionamento delle infrastrutture e dei servizi, e ha eroso le forze produttive del territorio in particolare nel settore industriale e dell’agricoltura di qualita'”. In questo quadro, pero’, e’ emerso anche un nuovo modello di sviluppo economico, “un terziario piu’ tecnologico, creativo e con un valore aggiunto piu’ alto”.
Nel 2013 il 14,8% delle imprese ha realizzato investimenti, soprattutto nel commercio (3,3%), terziario avanzato (2,1%) e costruzioni (1,5%). Il resto delle imprese, cioe’ l’85,2%, non ha fatto investimenti soprattutto per “difficolta’ finanziarie o per la liquidita’ in cui versa” (59,6%). Secondo i dati dell’osservatorio economico l’esame dell’andamento del fatturato fra il 2009 e il 2013 conferma che i periodi peggiori sembrano essere alle spalle. Le imprese con oltre 21 addetti, infatti, hanno registrato un fatturato in crescita del 6,7% nel 2013, mentre quello delle s.p.a. si attesta intorno al 10,4% in piu’. A reagire meglio alle difficolta’ della crisi sono state reti e filiere con un fatturato in crescita di 3,5 punti percentuali.
Le imprese di Palermo piu’ recenti hanno registrato flessioni nel fatturato meno marcate (-2,2%).