L’osservatorio specializzato dell’Universita’ internazionale “Link Campus University” da circa tre anni esegue un costante monitoraggio sui dati della crisi economica attuale, collegata al sistema creditizio, agenzie di riscossione, fenomeno usurai e piu’ specificamente una ricerca sui suicidi che si sono verificati per motivi economici.
Da gennaio a settembre 2014 i suicidi sono aumentati del 59,2% rispetto allo stesso periodo del 2013, in valori assoluti abbiamo avuto ben 164 decessi volontari, per conclamate cause economiche, a fronte di 103 dell’anno precedente.
Incrementato anche il dato riguardante i tentativi di suicidi. Dal 2012 ad oggi abbiamo avuto in Italia 402 eventi di tale natura.
L’Osservatorio rileva anche che la maggioranza delle morti riguardano disoccupati. Il 36,6% dei casi si è riscontrato nella fascia di età 45-54 anni. A livello regionale tale fenomeno estremo si è riscontrato con il maggiore numero di eventi in Veneto con 26 casi, in Lombardia con 21 casi, in campania con 19 casi.
La zona del nord est e’ stata quindi oggetto, da parte della Caritas, dell’apertura di sportelli di ascolto specifici, per rilevare tale estremo disagio.
Il commento dell’autore di tale ricerca, il sociologo Nicola Ferrigni, ci racconta di una società troppo fragile e solitaria, dove sempre più si è consapevoli di non poter contare su aiuti concreti. In questo un indicatore risulta essere il dato dei tentati suicidi, passati dal 2012, in 39 episodi al 2013 con 89 casi.
Il Veneto ha istituito anche un numero verde anti suicidi il 800.334.343. Ma ormai in diverse regioni sono stati attivati appositi servizi territoriali.
Dall’analisi del monitoraggio durato ormai più di tre anni, dal laboratorio di ricerca socio economica del Campus emerge che nel nord est ci sono stati 62 casi di suicidi tra la categoria degli imprenditori, più del doppio del centro e del sud Italia. Nel mezzogiorno, invece, è prevalente il numero di vittime tra disoccupati, con 41 casi, rispetto ai 25 del nord est, per le stesse categorie sociologiche.
Stefano Olivieri Pennesi
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