I consumi finali delle famiglie nel 2013 sono scesi a 797.634 milioni, con un ulteriore calo del 2,6% rispetto all’anno precedente, che ha provocato un drammatico tracollo del 7% dall’inizio della crisi nel 2008 che ha toccato tutti i principali beni. E’ quanto emerge da un’analisi della Coldiretti, sulla base dei conti trimestrali dell’Istat sul conto economico delle risorse e degli impieghi a valori concatenati, dai quali si evidenzia che a pesare nell’ultimo anno e’ stato soprattutto il calo della spesa alimentare che rappresenta la seconda voce nel budget familiari. Gli italiani nei primi anni della crisi – sottolinea la Coldiretti – hanno rinunciato soprattutto ad acquistare beni non essenziali, dall’abbigliamento alle automobili, ma una volta toccato il fondo hanno iniziato a tagliare anche sul cibo con un crollo record del 3,1% della spesa alimentare nel 2013 rispetto allo scorso anno che significa un calo dell’8% dall’inizio della crisi nel 2008. In particolare si e’ assistito a un calo nelle quantita’ di alimenti acquistati, ma soprattutto all’affermarsi dei prodotti low cost a basso prezzo in vendita nei discount che sono gli unici a fare registrare un aumento (+1,6%) nel commercio al dettaglio nel 2013.
Dietro questi prodotti – precisa la Coldiretti – spesso si nascondono l’uso di ingredienti di minore qualita’ o metodi di produzione alternativi. Il risultato e’ che sono aumentati del 14% gli allarmi alimentari in Italia, con ben 534 notifiche sulla sicurezza di cibi e bevande potenzialmente dannosi per la salute. Un balzo record nel numero di notifiche nazionali al sistema di allerta comunitario per la prevenzione dei rischi alimentari, rispetto allo stesso periodo di cinque anni fa, prima dell’inizio della crisi. Solo una minoranza di allarmi e’ dovuta – conclude la Coldiretti – a prodotti nazionali.