Si rafforza il mercato dell’usura. Causa crisi, l’incidenza dei prestiti illegali continua a salire. E a essere colpite sono soprattutto le pmi che non riescono a trovare soddisfazione nelle richieste di finanziamento rivolte al sistema bancario. Il fenomeno fotografato da un’indagine dell’Adnkronos, condotta con il supporto delle principali associazioni anti-usura, che ritengono a rischio potenziale oltre 2 mln di piccoli imprenditori. Quasi la met delle pmi interpellate ha ricevuto nel corso dell’ultimo anno almeno una offerta di finanziamento illegale; un terzo ha ottenuto denaro con tassi superiori al 15%; il 30% prevede che nel corso del prossimo anno possa essere costretta a farlo.
Tra le motivazioni principali indicate per spiegare il ricorso agli usurai, le imprese segnalano innanzitutto le risposte negative alle richieste di finanziamento inoltrate a banche e finanziarie, nel 45% dei casi. Tre imprese su dieci, fra quelle cadute nella rete dell’usura, denunciano un altro fenomeno ormai frequente: un mancato pagamento ha fatto scattare la segnalazione a una centrale rischi, chiudendo di fatto la possibilit di ottenere credito legale. Il restante 25% delle imprese che hanno fatto ricorso agli ‘strozzini’ sostiene di averlo fatto per non licenziare personale. Le denunce, segnalano le associazioni, sono aumentate del 15% nella prima met del 2013 rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Picchi di crescita dei rapporti finanziari riconducibili a fenomeni di usura sono segnalati in corrispondenza delle scadenze fiscali.
La portata del fenomeno usura rappresentata con chiarezza dagli ultimi dati disponibili sull’azione di contrasto messa in campo dalla Guardia di Finanza. Numeri che denotano un incremento esponenziale dei casi affrontati rispetto allo scorso anno. Nei primi sette mesi del 2013, le Fiamme Gialle hanno condotto 266 operazioni, sequestrando patrimoni di provenienza illecita per 167 milioni di euro, il 1.500 per cento in pi rispetto al 2012. Sono stati 248 gli usurai denunciati, di cui 49 arrestati: il 200 per cento in pi rispetto all’anno scorso. Le indagini di contrasto all’usura, cresciute del 40% rispetto al 2012, evidenziano inoltre un’evoluzione che le Fiamme Gialle definiscono ”associativa” del fenomeno criminale. In molti casi, gli usurai danno vita a vere e proprie societ finanziarie illecite, che prestano denaro a tassi impossibili, anche fino al 400%, esercitando attivit finanziaria abusiva e usuraria nei confronti di commercianti, piccoli imprenditori e artigiani. Negli ultimi anni il fenomeno usura ha conquistato anche aree del Paese che ne erano tradizionalmente immuni, o quasi. A lanciare l’allarme stata una delle indagini presentate nel corso della Giornata nazionale per la trasparenza e la legalit , promossa da Unioncamere, che ha dedicato uno specifico focus al’usura. Dalla ricerca emerge che, nel 2012, 11 milioni e 275mila italiani (pari al 18% della popolazione residente) risiedevano in province con un basso rischio di indebitamento patologico o di esclusione dal credito, mentre solo nel 2010 erano oltre 17 milioni (pari al 28% della popolazione). Maurizio Fiasco, nella sua indagine ‘Indebitamento patologico e credito illegale nella crisi attuale’, promossa dalla Camera di commercio di Roma, evidenzia come “la stretta finanziaria che dapprima si concentrava sulle microimprese ha posto sotto attacco anche societ a sufficiente capitalizzazione e patrimonio. Nuovi territori, soprattutto del Nord Ovest e dell’Emilia Romagna, sono diventati terreno di conquista di questa attivit criminosa, che ha due aree di concentrazione: nel Mezzogiorno (soprattutto Campania e Calabria) e nelle province di confine dell’area nord-occidentale”